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La birra tedesca candidata a Patrimonio dell’Umanità

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La notizia è abbastanza singolare e ancora tutta da verificare l’eventuale entrata in porto, ma sembra che i tedeschi facciano sul serio: a far compagnia ai beni Unesco patrimonio dell’umanità e tutelati a livello planetario, vedi la Laguna di Venezia, la Cattedrale di Notre-Dame, i megaliti di Stonehenge, la Grande Muraglia cinese e ancora la Statua della Libertà, tanto per citarne alcuni, potrebbe presto o tardi finire – almeno queste le intenzioni – anche la birra tedesca.

L’associazione dei birrai locali ha infatti avviato le procedure per il riconoscimento della bevanda teutonica presso la sede parigina per la cultura dell’Onu: una richiesta quantomeno originale, che fonda il necessario interesse collettivo sull’effettiva unicità della birra tedesca, ancora realizzata secondo il famoso Reinheitsgebot, l’editto della purezza promulgato nel 1516 dal Duca di Baviera Guglielmo IV che imponeva l’uso esclusivo in produzione di orzo, acqua e luppolo (la natura dei lieviti era all’epoca ancora sconosciuta). Un input produttivo a cui ancora oggi si attengono, nonostante la norma non sia più in vigore, gli oltre 1300 birrifici sparsi per la Germania.

A sostegno della candidatura, come da protocollo, solo state allegate le perizie di due esperti dell’Università di Bayreuth e del politecnico di Monaco di Baviera. Se la richiesta sarà accolta la birra tedesca diventerà il primo esempio di patrimonio culturale dell’umanità “gastronomico” nel 2016, a 500 anni esatti dal Reinheitsgebot.