Fare la birra con il kit: l’imbottigliamento
Una volta che la birra è arrivata alla FG prevista dal kit (punto più, punto meno: l’importante è che sia stata stabile per diversi giorni), è arrivato il momento di imbottigliare.
Sanitizzazione delle bottiglie
Anzitutto è bene sottolineare che le bottiglie devono essere sempre ben pulite. Fate attenzione alle bottiglie riciclate che potrebbero presentare sedimenti difficili da rimuovere. I residui organici costituiscono la principale fonte di contaminazione poiché favoriscono la proliferazione di lieviti e batteri. Per sanitizzare le bottiglie si può utilizzare l’avvinatore con una soluzione di acqua e Starsan (vedi capitolo dedicato all’attrezzatura). I tappi a corona, essendo nuovi, non devono necessariamente essere sanitizzati (ma un ammollo in acqua e Starsan male non fa).
Aggiunta dello zucchero
In fase di imbottigliamento si aggiunge un piccolo quantitativo di zucchero da tavola come indicato sulle istruzioni del kit (tra i 5 e gli 8 grammi per litro di birra imbottigliata). Questo verrà fermentato dal lievito che produrrà nuovamente anidride carbonica una volta in bottiglia. La CO2, non potendo uscire dalla bottiglia, renderà la birra frizzante. Consiglio di utilizzare semplice zucchero da tavola, come indicato dal kit. Inutile sbizzarrirsi con altre tipologie di zucchero (canna, miele, estratto di malto): la differenza organolettica è inesistente mentre si corre il rischio concreto di sbagliare il dosaggio (non tutti gli zuccheri hanno lo stesso livello di fermentabilità). Lo zucchero si può aggiungere bottiglia per bottiglia, ma è un processo lungo e noioso. È molto più semplice sciogliere lo zucchero in un po’ di acqua calda (il minimo indispensabile per garantirne la completa solubilizzazione), portarla a ebollizione per cinque minuti, raffreddarla e aggiungerla nel fermentatore mescolando bene (non è necessario che arrivi a temperatura ambiente, è sufficiente che non sia bollente). Per evitare di smuovere i residui sul fondo del fermentatore, è bene fare un ultimo travaso prima di aggiungere la soluzione di acqua e zucchero.
Riempimento delle bottiglie
A questo punto colleghiamo l’asta da travaso al rubinetto del fermentatore in cui abbiamo effettuato l’ultimo travaso, riempiamo le bottiglie e tappiamo.
Carbonazione e maturazione
Una volta imbottigliata, la birra va mantenuta a temperatura ambiente per un decina di giorni. In questo lasso di tempo il lievito residuo consumerà lo zucchero aggiunto rendendo la birra frizzante. La temperatura ideale per questo processo è simile a quella di fermentazione (20/22°C), ma anche temperature più alte non danneggiano eccessivamente la birra. A temperature più basse il processo richiede più tempo, ma tende a bloccarsi sotto i 15°C. Dopo una decina di giorni passati a temperatura ambiente possiamo mettere una bottiglia in frigo, aspettare che si raffreddi e assaggiare. Il giusto tempo di maturazione della birra dipende da moltissimi fattori: tipologia di malti utilizzati, contenuto alcolico, temperatura di conservazione, lievito utilizzato. Non tutte le birre beneficiano di lunghe maturazioni, anzi: in genere è bene passare subito in frigo le birre sotto i 5% ABV e molto luppolate, dopo che hanno raggiunto la carbonazione. A ogni modo, solo con l’esperienza e tanti assaggi impareremo a valutare il momento giusto per spostare la nostra birra nel frigo.
Terminata la fermentazione, dopo qualche travaso, nel fermentatore sarà presente della birra abbastanza limpida, giovane, fresca, lievemente gasata e squilibrata: perfetto! Si tratta del momento adatto ad imbottigliare! L’imbottigliamento è una delle fasi più delicate e forse ‘noiose’, perché necessita di particolare attenzione per quel che riguarda la pulizia di qualunque cosa venga a contatto con la birra, dato che questa si trova in uno stato di quiescenza, il lievito non è più vispo e arzillo come all’inizio della fermentazione, e basta poco ad infettare la massa, vanificando tutti gli sforzi fin qui fatti.
Ovviamente ci serve una quantità sufficiente di bottiglie, diciamo una trentina abbondante se si usano champagnotte da 0,75, qualcuna in più coi formati più piccoli. Calcolando approssimativamente i litri di mosto presenti nel fermentatore (per esempio, ricordandosi quante bottiglie d’acqua abbiamo utilizzato, oppure col semplice calcolo del volume in base alle misure che raggiunge il liquido nel fermentatore [π * raggio * raggio * altezza] ) possiamo facilmente dedurre il numero di bottiglie necessarie dividendo per il formato utilizzato: per esempio, se vogliamo imbottigliare in bottiglie da 0,75 litri tutti i nostri 23 litri di birra, necessiteremo di 23 / 0,75 = 30,7 cioè 31 bottiglie, anche se avremo cura di lavarne almeno un paio in più, per evitare qualsiasi problema (vetro scheggiato, calcolo del volume di birra errato e via dicendo).
Altra attenzione particolare la meritano i tappi. Dobbiamo averne in quantità pari o, meglio ancora, superiore al numero di bottiglie, avendo cura di verificare che il diametro dei tappi sia corretto rispetto a quello del collo della bottiglia. Quindi giocoforza ancora ci servirà il tappatore, preferibile a colonna, più sicuro e preciso, il tubo per imbottigliamento e infine uno sciroppo zuccherino precedentemente preparato per permettere un’adeguata rifermentazione in bottiglia.
E’ fondamentale che le bottiglie siano ben pulite, altrimenti la sanificazione risulta inutile. Il modo migliore per pulirle è eliminare immediatamente i residui di lievito e di birra nel momento in qui abbiamo finito di servirla nei bicchieri: un paio vigorose sciacquate permettono di eliminare completamente qualsiasi residuo prima che si incrosti e diventi difficile da rimuovere, anche grattando con appositi attrezzi. Per sanificare personalmente consiglio l’utilizzo di alcol Buongusto, quello bianco che si utilizza per fare i liquori o il limoncello. Una bottiglia acquistata al discount vi durerà molto, ovviamente a patto di recuperare il liquido dopo ogni sciacquatura! Facendo passare l’alcol su tutte le pareti della bottiglia sarete pressoché certi di raggiungere un più che sufficiente livello di disinfezione. E’ inoltre perfetto anche per sanificare il tubo per l’imbottigliamento/travaso, facendone passare all’interno un’adeguata quantità, ed immergendo l’esterno, almeno per la parte che finirà a contatto con la birra.
Quando tutta l’attrezzatura è pronta, magari dopo un ultimo travaso per eliminare il restante fondo che non vogliamo come surplus sul fondo delle bottiglie, potete procedere con l’imbottigliamento. Versate nel recipiente con la birra lo sciroppo zuccherino e mescoliamo con cura. Riempiamo perciò tutte le bottiglie per poi tapparle immediatamente.
A questo punto dovranno maturare ancora per almeno una settimana intorno ai 20°C se il lievito e ad alta fermentazione, a 10 se a bassa, quindi lasciate maturare per almeno un mese per completare la rifermentazione e lasciare che il lievito presente si depositi sul fondo della bottiglia.