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Meteo incerto: uno sguardo alle previsioni estive (sui consumi)

8589130507646-summer-beer-and-drinks-wallpaper-hdSaranno solo il consuntivo di fine agosto, e magari la decisiva appendice dei primi quindici giorni di settembre, a dire se i consumi di birra durante la stagione estiva saranno stati all’altezza delle stime dei produttori e delle loro associazioni. Finora il meteo ha fatto le bizze: anzi, anche qualche scherzo pessimo, con danni in più di un caso pure gravi; e questo, secondo gli osservatori, sembra disincentivare l’attitudine a sorseggiare “pinte” anziché altri bicchieri, in primis quelli da semplice acqua. Come il freddo, neanche il caldo troppo afoso “stimola” la voglia di chiare, ambrate o scure: umidità e termometri roventi – a dirlo è AssoBirra – orientano piuttosto alla “minerale”.

La figlia dell’orzo  invece da un clima secco, temperature oscillanti tra i 22 e i 30 gradi e un tempo all’insegna del “bello stabile”. Se, dopo il sole di giugno e i diluvi di luglio, agosto andrà “in crescendo” e settembre gli starà a ruota, allora si potranno centrare i traguardi previsionali elaborati a inizio anno: ovvero, superare quota 8 milioni di ettolitri (pro capite circa 13 litri e mezzo). Intanto, è certo che il settore soffra comunque anche di altri freni: primo fra tutti il “combinato disposto” crisi economica-aumenti fiscali. Le famigerate accise (che oggi pesano il 40% su una 33 cl di media gradazione, ma che in gennaio arriveranno al 45%) hanno già spostato le abitudini al bere dai locali pubblici all’interno delle mura di casa: da maggio a settembre, il consumo indoor (con prodotti acquistati in rivendite non di somministrazione: dai supermercati ai beershop) si è attestato al 59,7% del totale.