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Birraio Emergente 2021: vince Lorenzo Beghelli di Muttnik

C’è sempre molto interesse attorno al Birraio Emergente, premio inserito all’interno del contest Birraio dell’Anno che riconosce il produttore con meno di due anni di attività alle spalle. Da una parte questo riconoscimento permette di valutare il ricambio generazionale e quindi il valore delle nuove leve, dall’altra ci permette di intuire alcune tendenze sul gusto e la filosofia produttiva che contraddistingue i produttori in ascesa. Ricordiamo infatti che il premio è stato vinto da birrai come Pomposini e Scisciani di MC-77, Conor Gallagher Deeks di Hilltop, Luca Tassinati (oggi birraio di Liquida), Vincenzo Follino di Bonavena, senza considerare gli altri birrai che sono saliti sul podio e poi alla ribalta nazionale. Altro aspetto non trascurabile da tener conto in questa edizione è il quadro pandemico in cui sono cresciute queste giovani promesse, che sicuramente non ha aiutato. Ma bando alle riflessioni, veniamo alla succosa news. 

Dal palco del teatro del TuscanyHall il verdetto è stato chiaro: il premio Birraio Emergente 2021 va a Lorenzo Beghelli del birrificio Muttnik di Pavia. Seguono Eva Pagani e Nicola Lunardi del birrificio Busa dei Briganti di Cinto Euganeo (PD), Luca Dalla Torre del birrificio Bondai di Sutrio (UD), Francesco Goretta del birrificio Malcantone di Ozzano dell’Emilia (BO) e Daniele Menin del birrificio Torre Mozza di Rovigo. Un bel quintetto quello presente a Firenze, che da un punto di vista della filosofia produttiva sembra mettere in discussione la dittatura delle IPA, considerata anche la quota di birre molto tradizionali inglesi, belghe, tedesche presentata durante la due giorni del festival. Forse un caso, ma forse il messaggio nascosto che la varietà delle birre proposte dai nostri bravi artigiani continuerà a crescere e a essere meno luppolo-dipendente.

Ma veniamo al vincitore. Lorenzo Beghelli non è un nome che circola da poco nell’ambiente della birra artigianale, ma la sua collocazione nella categoria è presto spiegata: al computo dei due anni di attività come birraio non si calcolano gli anni alla guida di una beerfirm, ma il cronometro parte dal momento in cui si inizia a lavorare con un impianto di proprietà (in questo caso dal 2019 anno in cui Muttnik acquista lo status di birrificio).

La passione di Lorenzo parte da lontano, le prime cotte da homebrewer iniziano quasi 20 anni fa, quando ancora era minorenne. Poi la laurea in biologia, i primi lavori da biologo e alcune mansioni in produzione, lo portano a cambiare ottica: dalle produzioni casalinghe, in un seminterrato del quartiere Satellite di Pioltello, fatto di esperimenti e puro divertimento, passa a un lavoro maniacale di messa a punto di ricette e metodologie. Tante volte, con gli amici di sempre, si sogna il birrificio, ma gli investimenti spaventano sempre. Nel frattempo Lorenzo gira i birrifici lombardi, se non tutti la maggioranza, facendosi un’idea precisa del mondo brassicolo e del mercato. Molti sono anche i viaggi all’estero, spinti dalla curiosità, dalla ricerca di ispirazioni, anche casuali. La scintilla scoppia in Inghilterra, nei pub della remota provincia inglese bevendo Mild e Bitter, birre che al momento non può ancora produrre ma che presto diventeranno i primi obiettivi produttivi. Il salto avviene nel 2016 quando Lorenzo rivede per l’ennesima volta il business plan e finalmente decide di far nascere ufficialmente Muttnik come beerfirm. Una realtà certamente atipica perché Lorenzo collabora in modo molto stretto con il birrificio che produce le sue birre, Opera, fino a quando nel 2019 Muttnik diventa birrificio proprio rilevandone gli impianti. Nel frattempo il team – in tutto sono sette, ma solo Eleonora Frisio e Francesco de Tollis sono coinvolti nelle attività operative – si è dedicato a mettere a punto le strategie di comunicazione e commerciali. A collegare le birre di Lorenzo all’epopea spaziale sovietica e soprattutto ai cani lanciati in orbita, è Eleonora, che oggi si occupa del commerciale e della comunicazione. E in effetti a ben vedere c’è un rapporto tra le birre e la grafica: i prodotti sono puliti, essenziali, sempre curati nei dettagli, tanto quanto le belle etichette. 

Prima di diventare ufficialmente birrificio, viene aperto anche un pub, il MIR, a Sesto San Giovanni per avere un contatto diretto con i clienti e un riscontro più immediato. E proprio a Sesto si realizzeranno i prossimi passi di Muttnik, dove si trasferirà la produzione, in un nuovo capannone, mentre il vecchio birrificio sarà venduto “chiavi in mano”. Al momento non è prevista una riempitrice di lattine, si proseguirà con le bottiglie e soprattutto con i fusti, vero core business del birrificio che nel 2021, nonostante le difficoltà e le chiusure degli ultimi due anni, ha prodotto, confezionato e venduto 2000hl compreso il conto terzi e che per il prossimo anno, se tutto andrà come previsto, con l’inaugurazione del nuovo sito produttivo a metà 2022, la produzione crescerà a 3000 hl.

Classifica Birraio Emergente 2021

1° Lorenzo Beghelli del birrificio Muttnik di Pavia
2° Eva Pagani e Nicola Lunardi del birrificio Busa dei Briganti di Cinto Euganeo (PD)
3° Luca Dalla Torre del birrificio Bondai di Sutrio (UD)
4° Francesco Goretta del birrificio Malcantone di Ozzano dell’Emilia (BO)
5° Daniele Menin del birrificio Torre Mozza di Rovigo