BeerJ: Jaipur del birrificio Thornbridge e The Beatles
Abbinare dei brani musicali ad una birra artigianale è possibile? Forse no, ma ci proviamo lo stesso! Proviamo a cogliere le suggestioni che la birra ci offre, cerchiamo quel ponte labile che possa unire gusto e udito, in maniera che l’uno esalti ed accompagni l’altro. Per farlo ritagliamoci quindici minuti di tranquillità, spegniamo il cellulare, mettiamoci comodi di fronte all’Hi-Fi, stappiamo una buona bottiglia e premiamo play.
Birra: Jaipur del birrificio Thornbridge
Artista: The Beatles
Dalla sua sede in una residenza di campagna del XII secolo, il birrificio Thornbridge ci regala questa ottima IPA che si presenta con un bell’abito dorato e una schiuma bianca non molto persistente. Profumi freschi e seducenti di lampone, lime, uva bianca, resine leggere, anticipano un ingresso in bocca lievemente caramellato. Il finale è asciutto, erbaceo, regolare. Una birra costruita a regola d’arte, piacevolissima, e ce lo confermano anche i 48 premi che ha vinto dalla sua recente creazione. Il nome stesso ci da il “La”: Jaipur, la città rosa, l’India, barili di birra che partivano dalla madre patria per dissetare i sudditi di sua maestà nella lontana colonia. Beh, più di un secolo dopo il flusso si è invertito, ma ad invadere il Regno Unito non sono state bevande, bensì la lezione della filosofia e della musica tradizionale indiana, di cui erano avidi consumatori artisti e star di metà anni ‘60. I Beatles non si sottrassero, e fu proprio George Harrison ad avere il contatto più profondo con il mondo della musica indiana e con uno dei suoi più celebri esponenti, il grande suonatore di sitar Ravi Shankar. Harrison portò il suono del sitar e di altri strumenti tradizionali nei brani dei Beatles, fondendo elementi stilistici della musica classica indiana con il sound elettrico e lisergico dei quattro di Liverpool, arrivando addirittura a far eseguire interi brani ad ensemble di musicisti indiani (Love you to, Within you Without you). Proviamo quindi ad accompagnare questa ottima birra con tre brani selezionati dei Fabolous Four, che possano fare da degno contrappunto alle suggestioni esotiche dei suoi luppoli.
Playlist:
Lucy in the sky with diamonds – “Sgt. Pepper’s Loenly Hearts Club Band”
(1967, Parlophone Records)
Love you to – “Revolver”
(1966, Parlophone Records)
Tomorrow never knows – “Revolver”
(1966, Parlophone Records)