La birra in Irlanda

Diciamola tutta: la birra e la cultura che attorno ad essa ruota resta uno dei motivi che fanno dell’Irlanda, e di Dublino in particolare, uno delle tappe da non perdere per tutti i birrofili. Una meta che sa colpirti dritto allo stomaco l’Irlanda, con i suoi tramonti da cartolina, i castelli, le scogliere a picco sul mare, quel senso di ospitalità che ovunque ti trovi ti fa sentire a casa. Ma se è vero che conoscere un paese è soprattutto immergersi nelle sue abitudini, la meta nelle lande del trifoglio resta obbligata: il pub.

Il pub è, a queste latitudini, molto più di un semplice locale dove bersi una birra. E’ anche e soprattutto centro di aggregazione, una boccata d’ossigeno nel tran tran di tutti i giorni, il luogo in cui da sempre si incrociano uomini e donne, pensionati e studenti, manager e operai. Qualche pinta, lingue sempre più sciolte che chiacchierano del più e del meno, musica in tradizionale stile irish di sottofondo e il gioco è fatto. Un autentico livellatore sociale insomma, che abbiamo eletto protagonista del nostro recente blitz in terra irlandese: quattro giorni a zonzo fra Dublino e Belfast conditi da una più che onorevole sequenza di pit stop “a tema”.

Dublino, con oltre un migliaio di locali, conferma la sua fama di “capitale dei pub”: la crescita economica e turistica di questi ultimi anni l’ha resa più ricca, una città moderna nei ritmi e negli stili di vita. Ma se c’è una cosa che da queste parti è rimasta uguale a sé stessa è proprio la cultura del pub. Anche un crocevia della movida notturna come Temple Bar, nel cuore diella città, pur strizzando l’occhio al visitatore di passaggio ha saputo mantenerne integro lo spirito. Basta poi allontanarsi di poco dal centro, magari addentrandosi nella zona di O’Connell Street al di là del fiume Liffrey, per imbattersi al bancone in qualche vecchietto con voglia di chiacchiere, guardarsi un’animata partita di freccette e godere – si fa per dire – del puzzo di fumo che ha ormai impregnato divanetti dai motivi spesso improbabili, pardon, irish. Sulla stessa lunghezza d’onda Belfast, nell’Irlanda del Nord, città più ricca e aristocratica dove a farla da padrona sono più che altro disco-pub e simili, anche se non manca qualche buon indirizzo per gli amanti delle birre di qualità.

I pub come simbolo dell’identità di un popolo insomma: “E’ impossibile che due uomini vadano al pub e si facciano una sola bevuta”, recita un detto locale. Già, perché passi l’idea del luogo di svago, ma la vita sociale del pub ha pure le sue regole. Si paga un giro a testa, vale a dire che se qualcuno vi offre da bere allora la bevuta successiva è compito vostro, da chiamare quando il compagno ha terminato la sua ale: chi rimane indietro lo fa a suo rischio perché è difficile che qui si commuovano, anche quando la fila di pinte va assumendo proporzioni preoccupanti. Altra regola non scritta: lo strumento ufficiale da battaglia è la pinta, il tradizionale bicchiere anglosassone dalla capacità di poco più di mezzo litro. Non provate nemmeno a chiederne una mezza, eviterete una buona dose di risolini e battute.

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