Una birra una playlist: Yeti di Great Divide e Howlin’ Wolf
Abbinare brani musicali a una birra artigianale è possibile? Forse no, ma ci proviamo lo stesso cercando di cogliere le suggestioni che la birra ci offre, quel ponte labile che possa unire gusto e udito in maniera che l’uno esalti ed accompagni l’altro. Per farlo ritagliamoci quindici minuti di tranquillità, spegniamo il cellulare, mettiamoci comodi di fronte all’Hi-Fi, stappiamo una buona bottiglia e premiamo play..
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Birra: Yeti Imperial Stout di Great Divide Brewing Co. (Denver, USA)
Artista: Howlin’ Wolf
Appena versata la birra regala un colore nero impenetrabile, con un cappello di schiuma color cappuccino. Si sprigionano profumi netti, dominati dal tostato, cacao e caffè d’orzo, contrastati dalla dolcezza del toffee. La Yeti è una bevuta forte e schietta, vigorosa dall’alto dei suoi 10 gradi. Ci piace immaginare che questa stout statunitense sarebbe piaciuta ad Howlin’ Wolf, colonna portante del Chigago Blues e della storica etichetta Chess Records. Un colosso, 198 cm per 136 chili, che solo a 41 anni si decise a lasciare il lavoro nei campi nel Mississipi per dedicarsi esclusivamente alla carriera musicale. Cresciuto nella povertà e nella discriminazione razziale dell’America degli anni ‘20, il “Lupo che ulula” canta della vita difficile delle zone rurali, dei problemi con le donne, delle risse con gli uomini, dei treni che vede passare nella notte verso la vicina stazione, del gatto nero che attraversa il suo cammino, chiaro presagio di un futuro difficile. Con la sua voce roca e profonda e lo stile diretto e irruento, ci sembra perfetto per accompagnare questa possente Yeti.
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Playlist:
Smokestack lightnin’ – “Moanin’ in the moonlight” (Chess-1959)
Back Door Man – “Howlin Wolf” (Chess-1962)
Spoonfull – “Howlin Wolf” (Chess-1962)