Valseriana, la Weissbier con tre tipi di mais locali

In Valseriana (BG) prosegue la sperimentazione del mais per la confezione di birre a stretto radicamento locale. A Gandino, nel solco inaugurato con il lancio di due versioni (una chiara e un’ambrata) dell’etichetta apripista, chiamata Scarlatta (Lager bavarese contenente mais Spinato di Gandino, appunto, più erba Mate boliviana), Roberto Caleca, titolare di un esercizio nell’area centrale del borgo e fautore di questo percorso progettuale, lancia ora la “Antica Weiss”; e qui, di varietà diverse del cereale-fulcro, ce ne sono ben tre: lo stesso Spinato, il Rostrato di Rovetta e il Nostrano dell’Isola. Si tratta di tre specie antiche bargamasche, che vanno a rendere peculiare (arrotondandone il profilo gustativo) una ricetta la quale, comunque, ha come base ovviamente il frumento.

Mais-Spinato-1

Quanto alla sorella maggiore (in anagrafe), la già citata Scarlatta, il nome le deriva dal profilo cromatico: evocante – dicono i creatori – la tinta “dalla lucentezza insuperabile” che nel 1860 fu utilizzata per le camicie destinate ai Mille di Garibaldi: un primato di cui proprio Gandino, patria del tessile, è orgogliosa.

Questa birra – che ha avviato un’esperienza per dare continuità alla quale è stato stretta un accordo di produzione con il Birrificio Sguaraunda, di Pagazzano – ha peraltro, come accennato, anche l’ulteriore particolarità dell’impiego di erba Mate di origine boliviana: l’input è arrivato nell’ambito dei rapporti internazionali instauratisi internazionale fra le realtà che, nel Nord Italia e in Sudamerica, seguono la coltura e la cultura delle tipologie ancestrali di mais.