Guida ai migliori locali di Dublino
The Porterhouse (Temple Bar)
Naturalmente se avete deciso di visitare Dublino non potete evitare un salto nel caratteristico centro storico della città: finirete senza dubbio a Temple Bar, il quartiere più rinomato e amato dai viveurs stranieri. A questo punto, se siete amanti della birra di qualità, prefiggetevi un obiettivo preciso: il Porterhouse. Una volta trovata Parliament Street non indugiate ad entrare in uno dei locali più apprezzati della Dublino da bere.
Varcata la soglia l‘atmosfera accogliente e magica del pub irlandese non tarderà a farsi sentire, ma solo dirigendovi dritti al bancone e ordinando una delle molte birre alla spina capirete il segreto del successo di questo locale. Tutte le birre spillate infatti sono autoprodotte dal Porterhouse Brewery, microbirrificio artigianale irlandese, e il locale di Temple Bar è il più conosciuto tra quelli della catena di birrerie targate proprio Porterhouse. Le birre sono molto rinomate tra gli appassionati, tanto che ci sono afficionados pronti a prendere l’aereo solo per venire qua ed ordinare una delle mitiche scure Plein Porter o la Wrasslers XXXX su tutte.
Come ogni birreria che si rispetti l’attrazione principale sono le birre servite a regola d’arte da un personale gentile e veloce. Ma ciò che rende un locale unico è soprattutto l’atmosfera, un valore aggiunto che non manca certo qui al Porterhouse. L’ambiente è caldo, il legno domina alternato al rame, con i tubi e tini a fare arredamento, e alle vetrine, dove trovano spazio rinomate bottiglie di birra. Il locale, molto grande, si snoda su vari livelli, in ambienti più o meno raccolti. Naturalmente a seconda dell’orario si creano situazioni differenti: molto rilassata la vita pomeridiana, ideale per degustare le birre e chiacchierare con amici, mentre letteralmente infuocata quella serale con la musica live protagonista come da tradizione irlandese. Ogni sera artisti si esibiscono salendo sul singolare palco sospeso nella tromba delle scale, offrendo esibizioni di carattere sia irish che internazionale.
Affatto male la cucina, che integra alle classiche offerte da pub i piatti, ben fatti, della tradizione come l’Irish Stew e le Fish ‘n’ Chips o le carni grigliate accompagnate da insalate e salse di ogni tipo. Fresche, anche se non di primissima qualità, le ostriche da accompagnare magari con una pinta di Oyster, la rinomata stout prodotta utilizzando tra gli ingredienti il prezioso mollusco.
The Porterhouse Temple Bar
16-18 Parliament Street
Dublino
tel: (+ 353 1) 679 8847
fax: (+ 353 1) 679 8830
The Temple Bar
Se siete appena arrivati a Dublino e state apparecchiando la vostra prima serata il punto di partenza è pressoché obbligato: Temple Bar.
Temple Bar è per definizione il quartiere trendy della città, un susseguirsi di pubs e ristoranti, negozietti, gallerie d’arte, gente e artisti di strada che lo animano fino a sera. La sua fama è cresciuta a partire da metà anni Novanta, quando fu oggetto di una riqualificazione urbanistica che riabbellì i palazzi e rese pedonale il dedalo di stradine che lo attraversa. Molti volti noti dello spettacolo, irlandesi ma non solo, hanno inaugurato in quest’angolo della città locali e attività, rendendo Temple Bar la meta preferita per lo struscio dublinese. Il tutto, e non poteva essere altrimenti, con tanti pro e diversi contro.
La zona è stata infatti eletta a tappa immancabile per chi soggiorna da queste parti, e in alcuni periodi dell’anno – quello estivo in particolare – diventa piuttosto difficile cogliere accenti dublinesi. Ciò nonostante, e a differenza di quanto accade spesso, Temple Bar ha mantenuto immutati scorci e irlandesità.
Cuore del quartiere e suo storico luogo di ritrovo è The Temple Bar, ricavato in quella che nel XVI secolo era casa di tale William Temple, rettore del Trinity College di Dublino. La facciata in mattoni e il legno rosso della parte inferiore lo rendono piuttosto riconoscibile: se qualche dubbio resta ci pensa la grande scritta gialla sopra l’entrata a toglierlo del tutto. Varcare la soglia, non senza due battute con i fumatori di turno davanti all’ingresso, è immergersi nello stereotipo dell’irish pub. Luci soffuse, tavoli e pareti di legno scuro, spine che ti chiamano da ogni angolo. E poi gente di ogni età, tanta, e un vocio di sottofondo che non diventa però mai rumore.
Dal piccolo spazio all’entrata si passa ad un ambiente più grande, il cuore del locale: tavolini tondi un po’ ammassati, all’angolo un palchetto dove si suona irlandese, alle pareti tanti quadretti e immagini di artisti e cantanti, con Bono & Co a farla orgogliosamente da padroni. L’umanità è variegata e con l’aumentare delle pinte sempre più socializzante. Dribblare la tardona di turno in mezzo a tanta gente può rivelarsi cosa non facile, ma la fila di spine al bancone aiuta nella sfida. L’offerta si basa esclusivamente su prodotti industriali, irlandesi e non. La protagonista rimane senza dubbio la Guinness. Durante queste giornate passate a Dublino abbiamo avuto occasione di assaggiarla in diversi pub della città, Guinness Storehouse compreso. Questa al Temple Bar è forse quella che più ci è rimasta impressa.
In un’altra sala il lungo bancone può regalare momenti di vera goduria agli amanti degli whisky: una parete di bottiglie, oltre duecento etichette fra cui scegliere, magari bevute con un buon sigaro nel giardinetto interno, dove è molto facile fare amicizia con persone provenienti da ogni parte del mondo. L’atmosfera è piacevole e si riscalda con qualche ballo, la musica dal vivo c’è tutti i giorni della settimana, in genere un concerto nel pomeriggio e uno verso le otto e mezza di sera. Le luci si accendono come da abitudine anglosassone (che stiamo ormai facendo nostra..) abbastanza presto: l’una e mezza giovedì e venerdì, le due il sabato, prima il resto della settimana. Com’è normale che sia il posto si fa pagare più di altri, non grandi differenze ma qualcosina in più sì, anche a seconda che ci sia musica o meno. Ma una pinta al Temple Bar vale davvero una sosta, un arrivederci. In fondo è solo la prima serata.
The Temple Bar
www.thetemplebarpubdublin.com
47/48 Temple Bar
Tel: (+353 1) 672 5286/7
Messrs Maguire
Il Messrs Maguires di Burgh Quay è una delle mete birrarie storiche della capitale irlandese, di fronte al ponte che porta alla strada più gettonata per lo shopping dublinese: O’Connell street. Quella che era la sede della Dublin Library Society passò nel 1830 nelle mani della famiglia Maguires, che trasformò gli interni di questo caratteristico edificio in taverna. Il pub, sempre piuttosto movimentato, si sviluppa su tre piani, ognuno con relativo bancone. Lo stile è abbastanza classico, gli ambienti molto spaziosi e dalle finestre si gode di una bella veduta sulla città. Gli interni in legno e la clientela prevalentemente locale rendono l’atmosfera piacevole ed accogliente.
Altro valido motivo di visita resta senz’altro la batteria di birre disponibili alla spina, se non per estensione dell’offerta per il fatto che la quasi totalità delle proposte è di produzione propria. Le birre che vanno per la maggiore sono la Rusty, una irish ale, e la Weiss. La prima è prodotta principalmente con malto chiaro (pale), a cui si aggiungono piccoli quantitativi di Munich per conferire dolcezza e di flaked barley per dare maggiore cremosità. E in effetti il risultato è decisamente interessante. La testa cremosa e il colore scuro anticipano un naso e un palato prevalentemente fruttati, molto piacevoli, con una bella secchezza e un amaro abbastanza marcato. Una compagna di serata davvero piacevole sui divanetti del Maguires. Sensazioni positive regala anche la Weiss, che rispecchia abbastanza fedelmente le caratteristiche dello stile, con meno sensazioni dolciastre rispetto a quelle fornite da altre interpretazioni irlandesi e una gradevole sensazione agrumata.
Altro cavallo di battaglia è la Porter, stile spesso dimenticato che in realtà si lega profondamente alla tradizione birraria irlandese. Colore cupo, note di caffè e cioccolato, corpo leggero e cremoso, un finale amaro meno marcato della stout: sorseggiarla la fa pensare al fianco del cioccolato, e senza dubbio non stonerebbe. E’ prodotta utilizzando unicamente luppoli Northdown a inizio bollitura, senza aggiunta di luppoli da aroma. E poi ancora la Bock, brassata con prevalenza di luppoli Hersbrucker e altri sempre di origine tedesca: birra corposa, di buon tenore alcolico (sui 6,5%), piuttosto complessa. Completano la gamma la Haus Pils, la Extra Strenght Stout e la Yankee, prodotta con luppoli americani
La parte dedicata alla produzione, non visitabile, è adiacente al locale e si sviluppa su due livelli. Masching e bollitura sono effettuati a piano terra, con gli impianti ben visibili dall’interno del pub, mentre nella cantina che si sviluppa sotto al locale avvengono fermentazione e rifermentazione. Responsabile della produzione, effettuata una volta a settimana e di circa 600 ettolitri all’anno, è da ormai diversi anni l’irlandese Cuilan Loughname.
Indirizzo:
O’Connell Bridge – Burgh Quay, Dublin 2.
Tel: +353 1 6705777
Fax: +353 1 6705777
hickeygroupinfo@gmail.com
www.messrsmaguire.ie
Bull & Castle
Il Bull & Castle è uno storico locale nel centro di Dublino, situato davanti alla Christ Church Cathedral. Anche se la nuova gestione è abbastanza recente il pub è presente da secoli, sembra infatti che sia stato tra i primi a spillare la Guinness, fatto probabile vista la relativa vicinanza alla birreria irlandese. Oggi il locale è molto apprezzato e rinomato dagli irlandesi in cerca di una proposta di qualità. L’ambiente è molto caldo e accogliente, rivestito in legno come vuole la tradizione, il personale attento e cortese.
Vasta la gamma delle birre presenti sia in bottiglia che alla spina. E’ possibile ordinare sia pils tedesche e ceche, sia birre trappiste belghe, alcune anglosassoni industriali e persino una piccola selezione di birre artigianali irlandesi alla spina, caso veramente raro se si escludono i brewpub. Durante l’ultimo nostro viaggio (gennaio 2009) il locale proponeva un interessante tris di assaggi (20cl) al quale non ci siamo sottratti:
Rebel Lager, pilsner di 4,2 gradi alcolici, prodotta dal birrificio Franciscan Well Brewery. Una chiara veramente “tranquilla” (merito anche di una temperatura di servizio glaciale), rinvigorita da un amaro lungo e piacevole che la sottrae perlomeno dall’anonimato. Rebel Red, sempre prodotta dal micro irlandese Franciscan Well Brewery e proposta dal Bull&Castle con il nome di Castle Red. Una Irish red ale dal bel colore ambrato, dominata da sensazioni carammelate e di frutta secca (fico e prugna), comunque bilanciate in bocca da un amaro soffuso ma presente. Galway Hooker, interessante pale ale di 4,4% alc, prodotta dal birrificio Hooker Brewery. Birra dal naso piacevolmente agrumato ed erbaceo (Saaz e Cascade i luppoli utilizzati), ben equlibrata in bocca dove le note mielate lasciano il posto ad una secchezza pepata inusuale per una birra irlandese.
Se oltre alla voglia di assaggiare qualche birra diversa dalla proposta dublinese avete anche un certo languorino, allora il Bull & Castle fa al caso vostro. In effetti questo locale si presenta come un vero gastropub con una proposta dove ritroverete i soliti piatti, ma quantomeno ben fatti e con dietro una ricerca delle materie prime lodevole sia per il pesce che per la carne.
The Bull & Castle
5 – 7 Lord Edward Street
Christchurch
Dublin 2
Tel: +353 (0)1 475 1122
Fax: +353 (0)1 478 0663
info@bullandcastle.ie
bullandcastle.ie
Guinness Storehouse
Duecentocinquant’anni e non sentirli. La Guinness è uno dei simboli d’Irlanda, un po’ come il trifoglio o i pixies, i folletti simpatici e dispettosi dai capelli rossi e il vestitino verde. E visitare Dublino senza una capatina al quartier generale della stout più famosa al mondo sarebbe come lasciare Roma senza aver visto il Colosseo o Parigi privandosi di un’arrampicata sulla torre Eiffel.
Un imponente edificio di mattoni rossi, il vecchio stabilimento di produzione costruito nel 1904, ospita oggi Il Guinness Storehouse, museo dagli sfondi decisamente scenografici tutto dedicato alla nera irlandese. Una delle mete più gettonate per chi capita da queste parti. Quindici euro, comprensivi di pinta di Guinness, il costo del biglietto, con cuffie alle orecchie che accompagnano il giro. Al centro la struttura si sviluppa verso l’alto, con scale e ascensori che salgono a vista per cinque piani, fino al bar panoramico posto in cima all’edificio, ricreando una sorta di super pinta.
Nella prima sala la presentazione di acqua, orzo, lievito, luppolo e del fondatore Arthur Guinness, considerato una sorta di quinto ingrediente, anticipa il percorso virtuale lungo le fasi della produzione. Diverse postazioni proiettano in penombra tostatura, masching, fermentazione e via dicendo, con un mastro birraio virtuale che dai monitor posizionati accanto a ciascuna tappa le racconta. Il percorso sbuca in un punto degustazione: alla spina la stout classica, spinata con due gasature differenti, e una nuova di ricetta uguale ma gradazione alcolica inferiore, 2,8 gradi anziché 4,2.
Sullo stesso piano anche uno spazio che ripercorre la storia dei trasporti e quella dei costruttori di barili, mestiere che a queste latitudini è stato per secoli particolarmente ricercato e motivo di grande prestigio. Salendo si passa attraverso le famosissime campagne pubblicitarie con tucano e pinguino firmate dall’artista inglese John Gilroy fra gli anni ’30 e ’60, i gadget d’epoca, gli spot televisivi, i bicchieri e gli oggetti d’ogni sorta griffati Guinness. Ci sono anche un ristorante e una postazione dov’è illustrata la corretta tecnica di spillatura, con possibilità di cimentarsi e tanto di certificato finale nel caso il risultato sia come deve.
L’ultima rampa di scala porta all’interno di quello che dovrebbe essere il cappello di schiuma della mega pinta: il “Gravity bar”, un bar con vetrata circolare che abbraccia a trecentosessantagradi la città e panoramica dei prodotti Guinness. E quale sfondo migliore per spendere finalmente il buono tenuto in tasca fino a quel momento? La visita allo Storehouse si conclude nello shop a piano terra, appena prima dell’uscita, che raccoglie l’intera gamma di oggettistica Guinness.
La fisionomia da attrazione turistica dello Storehouse, come per certi versi è normale che sia, resta piuttosto marcata. Certo poter visitare il centro produttivo vero e proprio che sta dietro al museo, che si può solo intravedere da qualche finestra (sostando più di qualche secondo davanti a questi affacci i vetri si oscurano.. alla faccia dell’antispionaggio!!), avrebbe dato tutt’altre emozioni. Nonostante questo una visita alla casa madre della Guinness vale senza dubbio la pena.
GUINNESS STOREHOUSE
St James’s Gate 8, Dublino
Apertura: tutti i giorni dalle 9.30 alle 17
(fino alle 19 a luglio e agosto)
Tel: + 353 1 408 4800
Fax: + 353 1 408 4965
www.guinness-storehouse.com
I migliori traditional pub di Dublino
Dublino è per antonomasia una delle capitali della birra, dove il pub è un’autentica istituzione. I dubliners concepiscono il pub nel vero senso della parola Public House, una seconda casa, dove incontrare amici, conoscerne di nuovi, parlare di politica, rugby, discutere e scherzare. Purtoppo a Dublino si beve tanta birra ma l’offerta è veramente limitata alla lager industriali (Heineken e Carlsberg su tutti) e alla mitica Guinness. Salvo alcune eccezioni che vi abbiamo segnalato (vedi lista completa) a Dublino non si va a caccia di nuove birre da assaggiare ma a respirare l’atmosfera unica dei pub locali bevendo pinte di Guinness perfettamente servite.
Per questo abbiamo selezionato alcuni dei migliori pub di Dublino, locali dove la protagonista indiscussa rimane la birra, il servizio è curato e non vi è né musica assordante che impedisce di parlare, né mega schermi al plasma.
STAG’S HEAD
1, DAME COURT
Un pub molto frequentato anche dai dublinesi che, in pieno centro, ritrovano un luogo dove bere tanta birra e discorrere con gli amici. Il locale è facile da trovare: basta prendere la grande Dame Street, lasciandosi alle spalle il Trinity College, e quando vedrete per terra un mosaico raffigurante una testa di alce, girate a sinistra in una stretta viuzza e aprite la porta per tuffarvi nell’atmosfera di un pub tradizionale irlandese.
BROGAN’S
75, DAME STREET
Poco distante dall’Olympia Theatre in zona Temple Bar, il Brogan’s è un locale che cerca di mantenere un’atmosfera da pub tradizionale dove il volume della musica non è assordante e la principale attrazione rimane la Guinness.
KEHOE’S
9, SOUTH ANNE’S STREET
Situato vicino alla trafficata via di Grafton Street, il Kehoe’s è un pub accogliente e caldo molto quotato tra i dublinesi. Il suo successo molto spesso complica l’avvicinamento al bancone dove viene spillata ottimamente la Guinness.
JOHN KAVANAGH (THE GRAVE DIGGER)
1, PROSPECT SQUARE GLASNEVIN
Un pub tradizionale senza musica e tv, per chi ama sentire il rumore soffuso delle discussioni e quello delle pinte. La famiglia Kavanagh da ben sei generazioni, precisamente dal 1833, gestisce questo pub noto ai dublinesi come “Il becchino” per la sua vicinanza al cimitero di Glasnevin. A pranzo si può anche mangiare, ma qui si viene esclusivamente per bere Guinness servita in maniera impeccabile.
MULLIGANS
8, POOLBEG STREET
Mulligans è un pub dalle origini antiche, immortalato anche da James Joyce nel suo Ulisse. Lo stile vittoriano del bar e degli arredi contribuisce a creare la tipica atmosfera irlandese.
BRAZEN HEAD
Tra la Cattedrale e la fabbrica della Guinness troviamo questo locale conosciuto come il più antico pub irlandese (1198). Tre le stanze, più un dehor estivo, dove bere la propria pinta discorrendo con gli amici o ascoltando i tradizionali concerti live.