In viaggio nella Sicilia orientale tra arte e buona birra
La Sicilia è affascinante per i paesaggi, marittimi, collinari e montani tanto quanto per la sua cultura variegata, grazie alle tante contaminazioni nei secoli: dai Sicani sin dal 6.000 a.C. per passare ai Fenici, poi i Greci e ancora i Romani e questo prima dell’anno 0. Poi altre popolazioni sono passate da qui, lasciando un segno importante come gli Arabi e i Normanni e poi, a più riprese, gli spagnoli. La Sicilia è una delle culle della letteratura e della poetica italiana, basti ricordare la Scuola Siciliana (e i sonetti di Giacomo da Lentini) nata grazie al regno di Federico (il futuro imperatore Federico II). Una storia antica, che intreccia le popolazioni locali con altre, mescolando usi, costumi, creando dialetti e un patrimonio artistico unico.
Una terra a volte aspra e selvaggia, altre volte elegante e ricercata, ma sempre accogliente. Una terra da visitare più o meno tutto l’anno, d’estate per godersi il mare e approfittare di qualche passeggiata sull’Etna alla ricerca di fresco, d’inverno per godersi il clima comunque temperato e concentrarsi sulle città nei giorni più freddi. Una delle aree che trovo più interessanti, per seguire le strade di birre e birrifici unendoci anche del turismo più classico è la Sicilia sud orientale, quella zona che va da Catania a Ragusa passando per Siracusa. Raggiungere questa parte della Sicilia è molto comodo in aereo: l’aeroporto di Catania è ben servito, meno quello di Comiso con i voli che si intensificano normalmente d’estate. L’alternativa all’aereo è arrivare in treno o in auto col traghetto approdando a Messina. Ci sono anche traghetti diretti a Catania, ma il percorso è ovviamente più lungo. In ogni caso, arrivati a Catania la città si può comodamente girare a piedi o con i mezzi ed è ben collegata all’aeroporto. Per le altre zone ci sono varie compagnie di bus e ovviamente di noleggio auto oltre a qualche collegamento via treno. Per dormire l’offerta di hotel, B&B e appartamenti in affitto è davvero notevole. Ogni città merita almeno una giornata e una notte per una visita non completa ma comunque non superficiale. In base al tempo a disposizione si possono aggiungere tappe intermedie.
Catania è una città viva, diversa dalle altre siciliane perché caratterizzata dalla pietra lavica, quindi più scura e più… calda! Perdersi tra le sue vie, godendosi i suoi palazzi ha un perché. La città affonda le sue radici all’VIII secolo a.C. e deve la sua costruzione ai coloni greci provenienti dalla vicina Naxos.
La fisionomia di Catania è in buona parte seguente al terremoto del 1693: molti palazzi, edifici pubblici e religiosi furono ristrutturati o costruiti negli anni successivi, regalando alla città i capolavori del tardo barocco che oggi la caratterizzano. Uno degli esempi è la chiesa della Badia di Sant’Agata, a due passi, letteralmente, da piazza del Duomo. Su piazza del Duomo si affaccia la Cattedrale di Sant’Agata – la protettrice di Catania – altro fulgido esempio dell’imponente barocco siciliano, il Palazzo degli Elefanti, costruito sul finire del XVII secolo, oggi sede del Municipio e visitabile durante alcune festività e, in mezzo alla piazza, fa bella mostra di sé la fontana dell’Elefante, simbolo della città. Un altro pezzo di storia è la Pescheria (Piscarìa in lingua locale), il mercato del pesce, che si trova uscendo da piazza del Duomo, proprio dietro la Fontana dell’Amenano, che poi sarebbe il fiume di Catania che scorre sotto la città e qui è visibile: niente banchi frigo, nulla che faccia presagire di essere nel XXI secolo, un luogo, un momento sospesi nel tempo da non perdersi assolutamente. Da piazza del Duomo ci si può spostare in direzione nord verso piazza dei Quattro Canti, percorrendo via Etnea oppure andare a sud, oltre il mercato del pesce, verso il porto e la stazione Centrale, proprio sul mare. Il lungomare si apre verso nord, e si può godere di alcuni scorci di panorama oppure spostarsi, seguendo la costa, più a sud o a nord per trovare qualche spiaggia o qualche caletta. Proseguendo invece su via Etnea si incontra l’Istituto per Ciechi Ardizzone Gioeni, sede del Beer Catania, un evento dedicato alle birre artigianali siciliane e nazionali, per quanto riguarda la versione tardo primaverile (fine maggio), mentre nel tardo autunno, a novembre, si tiene all’ex mercato ortofrutticolo. Altri monumenti da visitare sono il Castello Ursino in Piazza Federico di Svevia e i resti dell’Anfiteatro Romano, in piazza Stesicoro. Uno dei punti che trovo molto caratteristico è piazza Mazzini: alzando il naso e guardandosi attorno si scoprono altri Quattro Canti e ci si può gustare una spremuta di melograno preparata sul momento in uno dei “carretti” lì in piazza. Mangiare e bere, a Catania, è facile, le proposte sono tantissime, per ogni tasca e per tutti i gusti. La Sicilia è famosa per lo street food e Catania non fa eccezione, anzi: arancini (sì, qui si declinano al maschile) e tanto altro. Da non perdersi, in qualche chiosco il rinfrescante e ritemprante “seltz limone e sale”, una bibita preparata sul momento con seltz o acqua gassata, limone spremuto e sale: la risposta catanese (a loro insaputa) alle Gose di Lipsia, solo analcolica. Un po’ distante dal centro si trova Nitto, una pescheria con cucina e da qualche tempo anche un vero e proprio ristorante dove gustare il pesce fresco in un ambiente a dir poco informale: notevoli i frutti di mare da consumare ovviamente crudi. Se invece vi va una birra o anche solo volete passare una serata tranquilla e piacevole, non mancate in alcun caso una visita al Mosaik, uno dei pub più interessanti del panorama italiano: lasciatevi guidare da Dorothea e Fabio nella scelta di una birra che sia spina o bottiglia non vi deluderà e fatevi coccolare con qualche tagliere di prodotti locali, con formaggi siciliani, salumi dei Nebrodi che, sarà la lunga dominazione aragonese-spagnola, non hanno nulla da invidiare alle migliori produzioni spagnole.
Il Mosaik è un piccolo locale caldo e accogliente, dall’atmosfera unica; la scelta di prodotti, birre, infusi, tè, o altro, è ricercata e sempre di altissimo livello. È anche una fantastica vetrina per le migliori birre siciliane, che si alternano spesso alle spine, accostandosi, senza sfigurare, a proposte dal resto d’Italia o d’Europa. Dorothea può anche darvi ottimi consigli se volete organizzare un trekking nel Parco dell’Etna, il vulcano attivo più alto d’Europa, che domina il paesaggio di Catania, e che merita di essere visitato da vicino. Occorre solo essere ben informati, prima di inerpicarsi lungo i sentieri e attraversare i boschi che lo circondano, come per qualunque altra camminata in montagna, così da non correre alcun rischio. A circa 10 minuti a piedi dal Mosaik, sempre in centro città, un altro pub interessante è il Glamour che potremmo definire un gastropub, visto che al centro della scena ci sono le birre artigianali e una cucina attenta e di qualità. Birre e soprattutto carne sono invece la base della proposta dell’Akkademia.
Nei dintorni di Catania, in direzione nord e raggiungibili in auto, ci sono alcuni luoghi imperdibili, scolpiti nella memoria cinematografica come Savoca, dove si può bere un caffè al Bar Vitelli, in cui furono girate alcune scene del Padrino, e, più vicino, Acitrezza che riconcilia con Verga e il suo capolavoro letterario, i Malavoglia. Un capitolo a sé merita Taormina, col suo celebre anfiteatro romano. Acireale, Aci Castello, in ogni posto una passeggiata ha un suo perché e, in quest’ultimo luogo non perdetevi una granita ai tavoli esterni del bar Mythos, per godersi il panorama marittimo. Per qualche birra nei dintorni l’indirizzo è quello del Corner a Sant’Alessio Siculo e l’Etimuè, il pub di Marco Cardia e Isabella Maugeri giovani quanto grandi appassionati di birre rigorosamente artigianali che anche in cucina sanno regalare emozioni. Spostandosi verso sud, in direzione Siracusa, la prossima tappa, si incontra Augusta, città fondata nel XIII secolo da Federico II di Svevia che amava i paesaggi e la cultura siciliana ben più dell’austero ambiente di corte germanico: il porto, il castello Svevo, la chiesa di Santa Maria Assunta, il sito archeologico di Megara Hyblaea, le calette e le spiagge nei dintorni, i suoi palazzi intrisi di storia e cultura meritano una sosta.
Siracusa è una città splendente – il colore bianco riflette il suo candore al sole – fondata dai Corinzi attorno all’VIII secolo a. C.,ospitò Platone, diede i natali ad Archimede e, in tempi più recenti, a Elio Vittorini, è una delle perle della Magna Grecia e dell’età classica in generale.
Anche qui il terremoto della Val di Noto del 1693 colpì duramente portando all’odierno scenario barocco che contraddistingue il centro storico e i principali palazzi. In ogni caso la città è patrimonio dell’umanità grazie all’Unesco. L’isola di Ortigia, il cuore del centro storico, è a dir poco meravigliosa. Ad accogliere i visitatori, subito dopo il ponte di accesso, sono i resti del Tempio di Apollo. In piazza Archimede la fontana di Diana, benché del XX secolo, ricorda i fasti classici. Il duomo, che all’interno – e sulla fiancata esterna – svela colonne e resti classici, è una perla nella sua semplicità, un incontro ravvicinato tra epoca classica e cristianesimo. La prospiciente piazza del Duomo è abbagliante. Per godersela al meglio è d’obbligo una pausa seduti nei tavolini di un caffè, magari per un gelato. Una scelta vincente prima di scendere verso la Fonte Aretusa e godersi la vista del mare, magari durante il tramonto, accecante ma coinvolgente. Gli scorci del mare che si aprono di tanto in tanto camminando per Ortigia, tra vicoli e palazzi sono un tuffo al cuore. Ogni casa, ogni vicolo, ogni pietra raccontano una storia, la storia di una città che è lì da sempre, che ha visto passare civiltà, conquistatori, visitatori di ogni razza ed epoca, che ha vissuto momenti di sfarzo e di difficoltà, ma che non si è mai piegata e ancora ai giorni nostri proietta la sua magnificenza verso il mare e i dintorni. Se capitate nel periodo giusto, giugno, il teatro greco, alle spalle della città verso l’entroterra, riprende vita, con la rappresentazione delle tragedie greche. In ogni caso è una visita imperdibile. Per quanto riguarda il panorama brassicolo il birrificio più interessante della provincia è senza dubbio Alveria grazie al lavoro meticoloso di Gabriele Siracusa, giovane quanto intraprendente e capace birraio oltre che socio fondatore.
È in previsione uno spostamento, ma ancora nulla di definitivo, per avvicinarsi a Siracusa (che dista una mezz’oretta) e aprire anche una tap room per accogliere direttamente i clienti. Mentre in periferia ma già in Siracusa troviamo la “creatura” di Andrea Camuso, il birrificio Malarazza con tap room aperta però solo venerdì e sabato dove poter gustare direttamente le sue interessanti produzioni. Per bere una buona birra artigianale, in centro, e rifocillarsi imperdibile è il Civico Maltato locale accogliente con una scelta di birre molto interessante, sebbene un po’ miope sulle birre locali. Alveria qui non si trova, in compenso potreste trovarci Gabriele a bere. A 5 minuti a piedi ecco Il Birraio. Anche qui ambiente informale e un’interessante scelta di birre artigianali sia alla spina, sia in bottiglia. Stesso discorso per il Sikaru’ Beerstro che si trova però nel cuore di Ortigia. Per cenare, sempre in Ortigia, c’è il Siculish una pizzeria e ristorante che guarda molto allo street food, dall’ambiente accogliente e piatti ricercati oltre a birre artigianali, e a una buona scelta di vini e cocktail.
Uscendo da Siracusa, in direzione sud, si trova la Cavagrande del Cassibile, riserva naturale cui dedicare almeno una giornata. Qui i panorami sono mozzafiato, imperdibili e a tratti ricordano sperdute isole del Pacifico, visti in qualche film, con cascate, laghetti e acque cristalline. Proseguendo si incontrano Avola e poi Noto, soprattutto quest’ultima, la capitale del Barocco, merita una sosta, magari scegliendo di entrate attraverso la Porta Reale e proseguire verso la Cattedrale, capolavoro del XVIII secolo. Se proseguite verso Pachino – che è famosa per i suoi pomodori ciliegini ma gode anche di svariati km di spiagge e ha anche un bel centro storico – lungo la strada incontrerete l’Oasi marina di Vendicari, con una flora e una fauna uniche, oltre a molti luoghi storici da visitare tra cui la torre Sveva, la Tonnara e ovviamente le spiagge.
Ora è tempo di immergersi in Ragusa e nei suoi dintorni. Il capoluogo di provincia più a sud d’Italia deve la sua struttura attuale al terremoto del 1693 con Ibla, l’antico centro, ricostruito sulla sua pianta medievale e l’odierno centro di Ragusa superiore costruito sull’altopiano. Ibla va visitata con calma, godendosi ogni strada, ogni ciottolo e ogni palazzo, approfittando dei punti panoramici che si aprono sulla vallata, risalendo verso il Duomo di San Giorgio, che domina dalla cima la piazza che si apre ad altezza del Circolo di Conversazione in via Alloro. Da non dimenticare una visita ai giardini Iblei, nella parte più bassa. Una volta lasciata Ibla si raggiunge Ragusa Superiore, passando accanto a due bellissimi esempi di barocco siciliano come palazzo Cosentini (corso Mazzini) e palazzo della Cancelleria (Salita Commendatore) e, sul percorso, la chiesa di Santa Maria dell’Itria e quella di Santa Maria delle Scale, in posizione panoramica su Ibla, proprio alla cima dei 340 gradini che collegano i due centri. La passeggiata è lunga e molte le salite e le discese da affrontare, ma i mezzi di trasporto non mancano. Nel cuore della città alta si trova la Cattedrale di San Giovanni Battista che domina l’omonima piazza, circondata da locali e ristoranti. Una visita al museo archeologico ibleo aiuta a capire al meglio la storia di quest’area della Sicilia e di osservare alcuni capolavori che hanno attraversato i millenni. Altro interessante luogo – sconosciuto ai più – di cultura e storica e il Museo Civico L’Italia in Africa 1885-1960, sul colonialismo italiano. Godersi una buona birra, a Ragusa, è ovviamente possibile: poco lontano dalla piazza della Cattedrale si trova Brasseria, il locale del birrificio Yblon, un pub con cucina snella che guarda alla qualità a 360° gradi.
Yblon è uno dei migliori birrifici nazionali grazie alla conduzione attenta e preparata di Marco Gianino, che da poco si è spostato in una nuova sede, con spaccio, più distante dal centro storico. Marco è innamorato della sua zona che conosce profondamente – potrebbe essere un’ottima guida turistica – e racconta in ogni birra, attraverso i nomi piuttosto che con aromi e sapori, Ragusa e il territorio circostante. Tra i locali da segnalare a Ibla c’è il Lucernario, pub storico con buona scelta di birre artigianali.
In un ideale anello da e per Ragusa di un centinaio di km in totale (in auto meno di 2 ore e mezza), troviamo alcuni dei posti più famosi e intriganti da visitare nel ragusano. Anzitutto raggiungiamo Modica, famosa per il cioccolato, le mandorle ma anche per il suo centro storico che si arrampica sulla collina verso l’imponente duomo dedicato a San Giorgio. Godetevi la vista da Pizzo Belvedere e, sulla strada che sale verso il Castello dei Conti, consiglio una visita alla showroom di Sabadì dove trovare le cioccolate di Simone Sabaini, che siciliano non è, ma che qui ha trovato casa e ispirazione rilanciando il tradizionale cioccolato locale. Poco distante, nella zona artigianale, ha sede Birra Tarì, l’eclettico birrificio di Luca Modica e Fabio Blanco.
Scicli deve la sua recente notorietà ai telefilm del commissario Montalbano (qui si trova la facciata del commissariato), ma è da parecchi secoli un centro meraviglioso del ragusano. Tra una passeggiata e l’altra, consiglio il Prosit, un bistrot trattoria, che accoglie con le sue volte a botte in pietra, e convince con una cucina moderna e la sua offerta, ricercata e curata, di vini e birre artigianali. A Marina di Ragusa si va soprattutto per il mare e le spiagge, ma mentre fate due passi tra le case basse raggiungete il mercato del porto turistico, dove si trova la Birreria del Porto, locale con birre di Yblon e street food da consumarsi in loco o da asporto. E per pranzo o cena a base di ottimo pesce c’è Vossia il Mare, non esattamente economico, ma l’esperienza vale ogni centesimo speso. A due passi, letteralmente, si trova Sodo, locale smart con piccola cucina, miscelati e birre artigianali. Punta Secca, un piccolo paese sul mare che si sviluppa attorno al faro, è famosa per la casa del commissario Montalbano, affittata come B&B quando non ci sono le riprese. È un piccolo centro sul mare, caratteristico, con una bella spiaggia e alcuni locali e ristoranti piuttosto rinomati, tra cui i due Sciabjca di Joseph Micieli, giovane chef con i piedi ben radicati nel suo territorio, mare o terra che sia, in grado di reinterpretare i classici in chiave moderna e personale, con grande attenzione alla materia prima. Merita sicuramente una sosta anche l’imponente castello di Donnafugata, neogotico, risalente alla fine del XIX secolo. E infine Comiso, che oltre a ospitare un aeroporto sul suo territorio, ha un bel centro storico da visitare passeggiando tra i suoi vicoli, le case basse e le sue chiese rigorosamente barocche. Il mare qui è un forte richiamo, e molti ragusani hanno, tra Marina di Ragusa e dintorni, la casa estiva. Appena lasciata la costa l’agricoltura si prende il panorama e i principali centri abitati si inerpicano su colline, in posizione protetta. In generale è difficile scegliere quanto stare e dove stare: dipende dalla stagione, dalle propensioni personali, dal mezzo di trasporto scelto. A volte anche la cucina può essere fonte di ispirazione per un viaggio e la biodiversità siciliana offre infinite possibilità.
Ma qualunque sia la scelta, la Sicilia non delude mai.