Imbottigliare: come pulire le bottiglie

Sebbene la fase di imbottigliamento sia quella meno delicata in termini di possibili contaminazioni, è opportuno prestare la giusta attenzione onde evitare che tutto il lavoro di mesi finisca nel lavandino. La birra in questa fase è più resistente alle contaminazioni per via dell’alcol, del basso pH e della scarsità di nutrienti (gli zuccheri sono stati quasi tutti consumati dal lievito nel corso della fermentazione), ma non bisogna mai abbassare la guardia. Esistono diversi microrganismi in grado di consumare gli zuccheri complessi rimasti in bottiglia, alcuni possono addirittura metabolizzare l’alcol. Una contaminazione in bottiglia può inoltre diventare pericolosa se produce anidride carbonica: questa infatti rimane intrappolata facendo aumentare la pressione interna con possibile esplosione della bottiglia.

Pulizia
Le bottiglie vanno anzitutto tenute sempre pulite. È preferibile conservarle tappate, per evitare che la polvere si depositi all’interno. Si possono utilizzare dei semplici tappi in gomma, avendo cura di tappare le bottiglie solo dopo che si sono completamente asciugate, dentro e fuori. Se si riutilizzano sempre le stesse bottiglie, è sufficiente sciacquarle bene con acqua calda subito dopo averne bevuto il contenuto e metterle a scolare. Nel caso in cui si fossero formati dei depositi di lievito sul fondo, si può utilizzare uno scovolino per rimuoverli meccanicamente e poi sciacquare con acqua calda. Nel caso in cui, invece, si riutilizzino bottiglie vuote recuperate da beershop, ristoranti o altro, sarà probabilmente necessario un ammollo in acqua e soda caustica per rimuovere completamente i depositi organici. Si può anche utilizzare la candeggina diluita in acqua (nella dose di almeno 10 ml/L) ma è meno efficace della soda per questo scopo. I depositi di materiale organico sul fondo delle bottiglie costituiscono la principale causa di infezione: il materiale organico riduce o addirittura annulla l’azione dei prodotti sanitizzanti, rendendo di fatto inutile il passaggio di sanitizzazione. Se non volete correre questo minimo rischio non vi rimane che acquistare bottiglie nuove e riutilizzarle avendo cura di sciacquarle subito dopo averle svuotate.

Sanitizzazione
Se le bottiglie sono ben pulite e sono state tenute al riparo dalla polvere, non occorre una sanitizzazione estrema.

In questa fase la soluzione più semplice ed efficace è quella di far fare ale bottiglie un ciclo di lavaggio a 70°C in lavastoviglie (senza sapone né brillantante): il vapore caldo che si forma e che permane nel cestello e l’umidità garantiscono una adeguata sanitizzazione.

In alternativa, si possono utilizzare gli stessi prodotti per la sanitizzazione. La soluzione migliore sarebbe quella di lasciare le bottiglie in ammollo totale nella soluzione sanitizzante, per garantire una adeguata sanitizzazione anche del beccuccio superiore, ma non sempre si dispone di un contenitore sufficientemente grande. Molti utilizzano un avvinatore che lancia uno spruzzo di soluzione sanitizzante all’interno delle bottiglie, per poi lasciarle scolare su uno scolabottiglie (anch’esso sanitizzato). Entrambi i metodi sono efficaci. Attenzione alle soluzioni sanitizzanti: se nella bottiglia rimangono anche piccoli residui di soluzioni ossidanti (come la candeggina o l’acido peracetico) si rischia l’ossidazione della birra con conseguente imbrunimento del colore e riduzione della carica aromatica derivante dai luppoli. Lo Starsan rappresenta una ottima soluzione per la sanitizzazione delle bottiglie con avvinatore per la sua azione quasi istantanea e la consistenza viscosa che lo fa aderire molto bene alle pareti di vetro.

Anche il forno è un’ottima soluzione (il top è rappresentato dalla cottura a vapore di alcune moderne versioni), purché vengano rispettati i giusti tempi di contatto con il calore (si veda sempre la sanitizzazione).

Alcuni homebrewer utilizzano il getto di vapore della vaporella: come spiegato nel capitolo sulla sanitizzazione, questo metodo non è ottimale poiché la temperatura del vapore e il brevissimo tempo di contatto non garantiscono una adeguata sanitizzazione.