Fare o non fare birra in casa? Perché sì e perché no!
Produrre birra in casa può arrivare ad essere una ragione di vita o anche una ragione per rovinartela. Se sei sul punto di decidere se iniziare o continuare questo hobby, questo guida fa per te. Spero che alla fine di questo articolo avrai gli elementi per decidere se prendere la pillola azzurra o la pillola rossa, rimanere nel paese delle meraviglie o vedere quanto è profonda la tana del bianconiglio (cit).
I motivi per NON FARE birra in casa
Spazio e tempo. Due se non 3 pentoloni, ammennicoli vari, materie prime voluminose, frigo intasato da lieviti e freezer ancora più traboccante di luppoli. E non lo compri l’agitatore magnetico? E poi non ti intrippi con la bassa fermentazione e con la contropressione e ti compri un altro frigo che non sai dove mettere, bombole di CO2, fusti? E potrei andare avanti ancora ed ancora! Un homebrewer che sta per comprare casa sa che più che la “stanza del figlio” o “lo studio per la compagna” servirà una stanza dei giochi per sé stesso. Per le conseguenze di tutto ciò andare al secondo punto.
Rovinare rapporti personali. Sì, e non scherzo, è un rischio. Qui esprimo il punto di vista maschile perché, ahimè, questo hobby è composto al 99,9% da uomini ma lo stesso potrebbe valere a parti inverse. È un hobby che richiede tempo e spazio. Ci vuole poco a ritrovarsi con un fermentatore nel bagno o sotto la doccia, con il frigo svuotato da tutti gli alimenti per far spazio ad un fermentatore mentre giuri che ci rimarrà solo poche ore (ma in realtà sai che stai mentendo). Tra i classici motivi di contrasto c’è il pavimento inevitabilmente appiccicaticcio perché ti è caduto il mosto, l’odore di granaglie bagnate che non va più via, le farfalline attratte dall’orzo che svolazzano per casa, il termostato dell’appartamento settato a 15 gradi d’inverno perché altrimenti “si formano alcoli superiori”. Insomma, i motivi per una crisi di coppia ci sono. Cose che qualunque HB ha sperimentato sulla sua pelle e di cui talvolta porta le cicatrici.
Non finirai mai di comprare. Ho letto tempo fa di un homebrewer contento di ciò che possedeva già. Alcuni asseriscono che ne hanno incontrato uno una volta ma nessuno gli crede. Ci sarà sempre l’oggettino nuovo che pensi rivoluzionerà il tuo modo di fare birra. Il lievito in edizione limitata, il nuovo luppolo che devi usare prima degli altri per dire “l’ho scoperto io”. Col tempo in realtà capirai che ti servono molte meno cose di quelle che hai ma il collezionismo è in qualche modo parte dell’hobby.
Pazienza di imparare dai fallimenti. “È uno sport di merda” (cit)! Questo è un hobby metafora di vita. Non c’è nulla da fare, devi passare dagli errori, da palesi differenze tra aspettative e realtà per migliorare. Caratteristica principale di un buon Homebrewer è la resilienza: devi piegarti ma non spezzarti davanti ai fallimenti e soprattutto trarre forza da questi. All’inizio devi desistere dal portare tutto all’isola ecologica e andare avanti. Importante è sempre capire cosa hai sbagliato, tenere traccia di tutto e attuare la giusta azione correttiva la prossima volta. Die hard!
Sarai considerato un nerd. Come dicevo al punto 2 questo hobby non pullula di donne e se vuoi utilizzare la tue skill da birraio per acchiappare stai sicuro che aspetterai tutta la vita! L’homebrewer vede sé stesso come un alchimista, i tuoi amici ti vedono come uno che vuole solo ubriacarsi spendendo poco e bevendo cose che non sono nemmeno un granché. Le donne ti vedono come un nerd, molto spesso sfigato e a meno che non vivi in una puntata di Big ben theory non batterai chiodo. I tuoi genitori si chiedono per quale motivo ti ostini a non crescere e magari fare un figlio che “vorremmo tanto essere nonni”. In sostanza correrai il rischio di essere socialmente emarginato per tornare utile in un unico e solo frangente. E questo ci porta dritti all’ultimo punto di questa appassionante classifica!
Tutti vorranno birra da te. Sì, perché per quanto sarai considerato un nerd e con disturbi con tratti ossessivi compulsivi, tutti vorranno provare la tua birra. “Ma non me ne porti mai”; “La porti a tutti e non a me!”; “domani faccio una festa, ti va se mi porti 20 litri di birra?”; “c’è una cena a casa, porti la birra?” Normalmente gli amici “se bevono tutto” ma a volte capita che ti fanno anche critiche dimenticandosi che a caval donato, non si guarda in bocca!
I motivi per FARE birra in casa
Stimolare fantasia e creatività. Non tutti hanno la fortuna di fare i pittori, i musicisti o un lavoro che stimoli la creatività. Con tutta probabilità starai leggendo questo articolo davanti al tuo pc e sei cosciente che la tua creatività inizia e finisce col fare l’albero di natale. Quest’anno ti sei anche iscritto al corso di cucina creativa ma a parte quelle 3 lezioni non ricordi nulla che non sia la tipa a cui avresti voluto chiedere il numero di telefono ma tanto poi non l’hai fatto. Fare birra implica un notevole sforzo creativo. Hai in mente un prodotto con certe caratteristiche e pensi a quali ingredienti selezionare e che metodiche utilizzare per produrre ciò che hai nella testa.
Scaccia stress. Non so se per tutti quelli che producono birra è così, ma per me lo è. Ogni volta che faccio una cotta non penso a nulla se non a fare quello che faccio e a fine giornata sono piacevolmente stanco. I pensieri, belli o brutti che siano, sono fuori. Apri una bottiglia di birra dopo l’altra, mangi un panino caldo con la mortadella e non vorresti essere in nessun altro luogo al mondo.
Conoscere meglio gli stili. Lo dico da anni in tutti i corsi che tengo, se vuoi comprendere bene gli stili birrari, farli intimamente tuoi, devi produrre birra. Solo così potrai comprendere il legame di causa ed effetto che c’è tra ingredienti/processo e ciò che ci troviamo nel bicchiere. Accorgerti che effettivamente quel 3% in più di quel malto o 10 unità di amaro fanno effettivamente la differenza sul prodotto finale. Serve a diventare consumatori più consapevoli!
Risparmiare soldi. Diciamocelo, la birra costa. Una pinta servita in un pub oggi viaggia sui 10-15 euro a litro in Italia, senza considerare birre acide o speciali che arrivano a toccare quota 20 euro eoltre al litro. Al netto dell’attrezzatura, che comunque si acquista per qualche centinaio di euro (al minimo), un litro di birra fatta in casa può costare 1 euro e difficilmente supera i 2-3 euro. Una differenza palese e schiacciante ma ovvia. Chi fa birra per sé non deve pagare personale, locali in affitto e soprattutto non ha una filiera distributiva che fa alzare il prezzo del prodotto. Poi si può discutere del risultato finale, ma in casa si possono realizzare creazioni al pari dei migliori birrifici.
Fare pratica nell’attesa che il tuo sogno si realizzi. Non è una “conditio sine qua non” ma fare l’homebrewer per qualche anno, prima di diventare birraio professionista, è oggi una tappa quasi obbligata. Per quanto le skill acquisite negli anni da homebrewer non siano sufficienti a svolgere bene il lavoro di birraio, è fondamentale poter contare almeno sulla conoscenza delle materie prime e sul processo acquisite negli anni di pratica.
Tramandare una tradizione millenaria. Fare birra significa alimentare una tradizione che si perpetua da millenni. In base ad alcuni studi, l’uomo ha smesso di essere nomade ed è diventato stanziale per coltivare cereali apparentemente destinati alla produzione di birra piuttosto che di pane. Per molti secoli fare birra è stata un’attività casalinga prettamente femminile prima di entrare nei birrifici. Trovo affascinante far parte di questo mondo anche perché se da una parte si continua una tradizione, dall’altra si contribuisce a fare innovazione.
Mi domando se adesso che hai letto questo articolo deciderai di investire quei centinaia o migliaia di euro in viaggi piuttosto che in impianti e fermentatori. Mi chiedo se rinuncerai al fine settimana fuori città perché “oggi ho proprio voglia di fare una cotta di birra”. Che tu decida o no di intraprendere questa passione ricordati che fare birra è anche un atto d’amore… un po’ come cucinare! Lo fai per te perché a volte è più bello il viaggio rispetto alla meta e lo fai per gli altri perché “questa birra potrebbe piacere alla mia ragazza/mamma/amici”. E poi, se il lotto di birra si chiama “cotta”, ci sarà un motivo. E allora… esprimiamolo questo amore!
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