Il birrificio De Molen nasce nel 2004 in un caratteristico mulino a vento (molen appunto) alle porte di Bodegraven. Lo spazio a disposizione era davvero minuscolo, oltretutto condiviso con il ristorante e il beer shop. Così la fermentazione, la maturazione e il confezionamento erano effettuati in un magazzino dalla parte opposta del paese. In quegli anni capitava spesso di incrociare Menno Olivier, il mastro birraio, sfrecciare in bicicletta tra una sede e l’altra. Oggi il birrificio si trova poco lontano in una moderna, luminosa e soprattutto spaziosa struttura. La produzione ne ha tratto immediatamente vantaggio, passando da 2.500hl a 3.500hl nel primo anno, mentre la sala cottura da 500 litri è passata a 2.500. In 8 anni di storia le etichette brassate da De Molen sono poco meno di 300, tra birre regolari, stagionali, celebrative, collaborazioni (con altri birrifici), oneshot (birre mai più ripetute) e conto terzi (birre prodotte per altri birrifici). Quello che mi ha colpito sin dalla prima visita è stata la semplicità di Menno e del suo socio, John. Menno, con una lunga esperienza in altri birrifici alle spalle (Texelse e De Prael in particolare) e la capacità di creare una propria impresa senza dimenticare gli aspetti sociali. De Molen infatti impiega anche ragazzi con deficit di vario genere (autistici, down, ecc.); ognuno di loro ha trovato all’interno del birrificio la propria collocazione e contribuisce al successo del marchio. Ma di questo Menno non ama parlare, credo lo infastidisca tirare in ballo i suoi dipendenti per lustrare il brand. Nel periodo di avvio del nuovo impianto mi è capitato spesso di trovare birre non all’altezza della mia memoria. Molte critiche su De Molen sono legate all’eccessivo numero di etichette, al fatto che produce solo birre eccessive, esagerate, nate per stupire. Per quanto riguarda la vastità della gamma, si tratta di una scelta imprenditoriale (per altro imitato anche da colleghi italiani, che hanno fatto della one-shot la propria bandiera), che non apprezzo particolarmente ma che non casso a priori. Sul secondo punto non credo sia colpa di De Molen se in Italia è difficile trovare le sue birre semplici, che rispettano la tradizione, pur donandole un nuovo impulso. Per quanto riguarda la qualità, l’ultima mia visita e i miei recenti assaggi, anche fuori dal birrificio, mi hanno molto tranquillizzato, le birre sono decisamente a un livello alto, come compete a questo produttore.