Kriek: caratteristiche e produzione

La leggenda sostiene la Kriek sia stata ideata da un soldato originario di Schaerbeek, gran bevitore di birra, che, ai tempi delle Crociate, si recò in Terrasanta a combattere gli infedeli, per liberare il Santo Sepolcro di Gerusalemme. Qui scoprì e apprezzò il vino rosso: rosso come il sangue di Cristo; e al ritorno, in preda alla nostalgia, decise di lasciar macerare e fermentare nella birra (sua bevanda abituale) le ciliegie del proprio giardino, preparando così la prima Kriek della storia. A prescindere dal mito, una kriek autentica, dall’irresistibile color rosso vivo, profumata e acidula, può rappresentare un aperitivo raffinato; o, in mano ad un bravo cuoco, un ingrediente decisivo per piatti tradizionali come la celebre e squisita “faraona alla Kriek” o come (mai dimenticare i dessert) il voluttuoso “zabaione tiepido alla Kriek”.
Infine, una curiosità: per attenuare la decisa punta di acidità, un tempo si usava aggiungere nel bicchiere una zolletta di zucchero, che veniva poi frantumata per mezzo di un antico strumento, simile a un pestello di metallo, chiamato “stoemper”. Oltre al già citato tocco di mandorla (e alle rusticità caratteristiche di ogni “spontanea”), tratto fondante dell’olfatto è qui il Dna aromatico del frutto-cardine; mentre al palato, la spiccata acidità aspro-citrica, s’intreccia a una delicata tannicità che non deve degenerare in astringenza; quanto al grado alcolico, oscilla tra il 5% e il 7%. Come riferimenti, tra altri, la Lou Pepe Pure Kriek (Cantillon) e la Kriek Mariage Parfait (Boon).
