Dortmunder Export
Prima di addentrarci sul terreno delle elevate taglie alcoliche, un’ultima tappa sul fronte delle medie gradazioni. Per effettuare la quale occorre idealmente lasciare la Baviera per dirigerci a nord, verso la città di Dortmund (600mila abitanti circa, nella regione della Renania Settentrionale-Vestfalia). Dove, anche qui come a Monaco, a fine Ottocento vede la luce una tipologia nuova, elaborata o vesti chiare, per fronteggiare la crescente popolarità delle Pilsener. Si tratta dell’omonima Dortmund (o Dort, il diminutivo; o Dortmunder, il genitivo, “di Dortmund”), conosciuta anche come Export in quanto espressione di una comunità imprenditoriale presso la quale si era affermata rapidamente la volontà precisa di brassare anche per la distribuzione su medio-lunghe distanze.
Ecco, in questo senso si pose, appunto, la necessità di rispondere all’avanzata delle Pils; così, in luogo delle precedenti tradizionali esperienze (birre di frumento, piuttosto scure), nel 1873 diversi produttori locali si raccolsero sotto l’insegna della Dortmunder Union, assegnando la responsabilità della sala cottura al braumeister Fritz Brinkhoff, cui affidarono il compito di sfornare la Lager chiara locale. Si era aperta una strada lungo la quale si sarebbe incamminata anche un’altra realtà aziendale della città: quella costituita nel 1868 da Laurenz Fischer, Heinrich Mautitz e Friedrich Mauritz, con il mastro birraio Heinrich Herberz. Era la “Bier-Brauerei Herberz & C”, che nel 1872 avrebbe visto modificarsi la propria denominazione in “Dortmunder Actien-Brauerei”, un brand il cui acronimo è ancor oggi ben presente in campo industriale: parliamo della Dab. Quanto alle caratteristiche della Dort, le specificità fisico-chimiche dell’acqua locale, ricca in solfati e carbonati, consigliò di spingere – rispetto alla Pils – con meno perentorietà sul pedale del luppolo, il cui ruolo, stanti le esigenze di conservabilità legate alle prospettive di espansione commerciali ad ampio raggio, ebbe tuttavia una rilevanza maggiore di quello riservatogli (pochi anni dopo) dalla Münchner Hell.
Ancor oggi – in una fase di non grande floridezza per lo stile – la Export (4.8%-6% come range alcolico) presenta colori tra il dorato e l’ambrato chiaro; aromi di timbro cerealicolo, panificato chiaro ed erbacei da luppolo; gusto equilibrato tra morbidezze maltate e un amaricante comunque di media caratura (20-30 le IBU). Tra le etichette rintracciabili sul mercato italiano citiamo la Edelstoff di Augustiner.