American Pale Ale: storia e caratteristiche

Rimodellando la figura letteraria classica dello zio d’america, in questo caso caso possiamo parlare della nipote (d’America, sempre). Ma nipote di chi? Chiaramente della britannicissima English Pale Ale: mamma della Bitter e della Ipa, la India Pale Ale; e, lungo questa linea di discendenza, nonna della Pale Ale a stelle e strisce. Sì, insomma, la American Pale Ale, spesso designata con l’acronimo di Apa. Una tipologia che, della propria antenata europea, riprende il genoma organolettico, apportandovi tuttavia alcune variazioni sostanziali: tante e tali da averne decretato lo status di stile a sé stante. 

Uno stile nato in anni recenti; che trova la propria etichetta capostipite nella Pale Ale lanciata (così, senza ancora l’aggettivo prefissuale American) nel 1980 dal marchio californiano Sierra Nevada, operando, rispetto allo standard della ricetta classica, battente la bandiera dell’Union Jack, una sostituzione cruciale in luppolatura: richiamando in panchina le varietà tradizionali UK e facendo al loro posto scendere in campo il Cascade, astro nascente di allora, nel Big Country. Ecco, da allora in avanti sempre crescente è stato il numero di produttori statunitensi che hanno seguito quell’esempio; determinando un discostamento vieppiù marcato tra le Pale Ale di Sua Maestà e le eterodosse varianti oltreoceaniche: tanto che, una quindicina d’anni dopo, queste ultime hanno visto consacrato il proprio titolo di categoria specifica e autonoma.

Fitgers pale ale

Quali, oggi, le differenze tra le due interpretazioni? Sintetizzando (al netto di una sostanziale parità nell’intensità amaricante, nel tenore luppolato e nella gradazione alcolica), possiamo fissarle in quattro punti: la Apa ha i pilastri della propria personalità organolettica nell’impiego (identificante, lo si è detto) di luppoli nuovomondisti; nell’attenuazione delle tonalità caramellate ed esterificate (i lieviti dello Zio Sam essendo ancor più neutri di quelli d’Albione); in un deciso schiarimento del colore (da 8-16/18 a 5-10 punti sulla scala SRM). Ecco allora che il profilo di un’American Pale Ale viene a definirsi (sempre sinteticamente) in questo modo: colore da dorato pallido ad ambrato di primo ingresso; aroma equilibrato, in virtù del reciproco compensarsi tra basi maltate (biscotto, pasta frolla) e ariose correnti luppolate (agrumi, frutta esotica, resine); assetto gustativo esso stesso bilanciato, in cui la tensione amaricante oscilla tra le 30 a 50 Ibu; corporatura da leggera a mediamente strutturata; bollicina da moderata a elevata; taglia alcolica tra i 4,5 e i 6,2 gradi.