Agitatore magnetico: come costruirlo da soli

Per aumentare il tasso di riproduzione del lievito durante la fermentazione dello starter, e quindi per ottenere un maggiore numero di cellule a parità di vitalità della busta di lievito, è consigliabile agitare il mosto durante tutta la fermentazione dello starter.

In primo luogo, l’agitazione continua mantiene il lievito a contatto con i nutrienti (lo zucchero e gli amminoacidi presenti nel mosto), facilitandone l’assorbimento. In secondo luogo l’agitazione facilita lo scambio di ossigeno attraverso l’introduzione di aria nel mosto: la maggiore ossigenazione da un lato aumenta il tasso di riproduzione, dall’altro garantisce una migliore salute delle nuove cellule.

Scartata l’alternativa di girare lo starter a mano per due/tre giorni, ci si trova davanti ad una duplice alternativa: comprare un agitatore magnetico o costruirne uno. Nel caso in cui avete voglia di smanettare è bene sapere che è possibile realizzarlo uno sfruttando l’interazione tra una piccola calamita e una ventola di quelle che raffreddano la CPU di un qualsiasi computer desktop. Per garantire uno scambio ottimale di ossigeno, è bene utilizzare un semplice foglio di alluminio per coprire il barattolo (anche se si introducessero agenti contaminanti con l’aria, avrebbero vita breve vista la grande quantità di lievito in rapporto al mosto).

Vediamo quindi come assemblare un agitatore magnetico senza spendere una fortuna. Anzitutto ci serve la ventola per pc: se non si dispone di un vecchio desktop da cui recuperarla, è possibile comprarla su Amazon per pochi euro. Tutte le ventole di queste dimensioni girano solitamente collegandole a un alimentatore da 12V, di quelli che si trovano in qualsiasi ferramenta (spesso hanno i volt regolabili da 3 a 12). Fissiamo la ventola in una scatola con quattro bulloni e applichiamo due magneti al centro della stessa. Piccoli magneti al neodimio, molto potenti, si trovano facilmente su Amazon. A questo punto è sufficiente dotarsi di un’ancoretta magnetica rivestita in materiale alimentare e di un contenitore di vetro da un paio di litri con il fondo piatto. L’ancoretta, adagiata sul fondo del contenitore, aggancia i magneti della ventola e inizia a girare con la ventola, creando un piccolo vortice nel mosto all’interno del barattolo. Per regolare la velocità della ventola, che al massimo dei giri lancerebbe l’ancoretta fuori dall’asse di rotazione, consiglio di utilizzare il circuito integrato LM317 (anche questo in rete si trova a pochi euro).

I collegamenti sono piuttosto banali: i due cavi dell’alimentatore vanno collegati in ingresso al circuito integrato; con altri due fili si collega l’uscita del circuito con la ventola e il gioco è fatto. Con l’agitatore si riescono a far moltiplicare le cellule con un tasso di crescita molto più alto rispetto ad uno starter non agitato, il che si traduce in starter di dimensioni ridotte (spesso un litro è più che sufficiente). Per stimare il volume dello starter in base alla birra che si ha in mente di produrre, rimando ai calcolatori online citati in precedenza.