Samuel Smith’s

Storicamente rappresentativo del panorama britannico (anche in ordine alla sua distribuzione in Italia), quello di Samuel Smith è un marchio brassicolo inglese di carattere familiare e indipendente, fondato nel 1758 a Tadcaster: attualmente l’unico rimasto autonomo in città e il più antico, tra quelli attivi, della propria regione, lo Yorkshire. Sua base operativa, appunto a Tadcaster (località di 7mila abitanti che sorge per l’esattezza nella contea del North Yorkshire, 16 chilometri circa a est di York) è il sito della Old Brewery. In precedenza appartenente alla famiglia Hartley, venne acquistato nel 1747 da John Smith (grazie al finanziamento ottenuto dal padre Samuel, benestante macellaio e commerciante in bestiame di Leeds), per essere però poi da questi lasciato, in favore del sito produttivo ubicato giusto a fianco e posto sotto le insegne della John Smith Brewery (ancora esistente, ma non così prestigiosa); il birrificio vecchio fu invece lasciato al giovane nipote Samuel, che qui, nel 1886, insediò appunto la propria Sam Smith Brewery: la protagonista di questo approfondimento.

Tra i diversi record detenuti (oltre a quelli già sottolineati), anche quello relativo alla peculiarità del sistema produttivo. Ferrea nel rispetto delle tradizioni, la fermentazione resta fedele all’inoculo di un ceppo di lievito specifico e di proprietà (mai più cambiato praticamente dal 1900); e all’uso delle cosiddette Yorkshire stone squares (vasche quadre). In sintesi l’unità di fermentazione è costituita appunto da due vasche in ardesia, sovrapposte l’una all’altra: in quella superiore tende ad addensarsi il lievito, sospinto dal movimento ascendente dell’anidride carbonica in costante eruzione; quella inferiore accoglie invece la parte più consistente del mosto liquido in ebollizione. Una certa quantità del quale, però, viene periodicamente pompata nel recipiente posto più in alto, dove si miscela con il lievito stesso per poi rifluire di nuovo in basso, assicurando così, all’interno della massa fluida, una continua circolazione delle sostanze e un più uniforme contatto fra i fermenti e il mosto. 

Ciò che ne deriva – secondo i sostenitori di tale tecnica – è uno svolgimento ottimale dei processi chimici responsabili della formazione degli aromi, i quali risulterebbero così particolarmente eleganti e copiosi. Il tutto, però, a prezzo di un procedimento che richiede tempo (dunque pazienza) e attenta manutenzione delle attrezzature (dunque spese): tanto che infatti è ormai applicato solo da piccoli produttori la cui filosofia punta primariamente sul senso dei valori identitari e sulla ricerca della qualità. 

Una filosofia alla quale concorre senza dubbio, altro fattore, la particolarità e la qualità del sistema di approvvigionamento idrico: l’acqua occorrente ai cicli di lavorazione viene ancor oggi attinta dal pozzo (profondo 26 metri) scavato sotto l’impianto contemporaneamente al suo stesso allestimento.

E ancora, sempre in omaggio alle radici, il birrificio mantiene attiva una piccola scuderia di cavalli di razza autoctona, i dapple-grey (dal manto maculato in grigio): tutt’altro che bestiole da esposizione; al contrario, con il loro traino su ruote in legno, consegnano tutt’oggi a Tadcaster e nei dintorni per cinque giorni a settimana.

 

Informazioni e contatti

Old Brewery, High Street
Tadcaster, North Yorkshire
01937 832225
samuelsmithsbrewery.co.uk