L’abbinamento tra birra e cibo: la pratica
Una volta apprese le regole di un corretto abbinamento, con in testa il metodo precedentemente esposto, cerchiamo di andare nello specifico facendo qualche esempio. Partiamo dagli antipasti. Il classico tagliere di salumi misti più o meno grassi, più o meno speziati, con la loro sapidità e grassezza, avranno bisogno di una birra con una buona dose di anidride carbonica e una certa morbidezza. Si può partire da una Hell per passare a una Bock o addirittura ad una Doppelbock, a seconda delle circostanze. Per antipasti più leggeri, a base di crostacei o verdure, anche fritti, orientiamoci su una Blanche, buona compagna in tavola con la sua freschezza acida, con un corpo leggero e non troppo amaro.
Quanto ai primi piatti, la pasta è da sempre la portata principali di ogni italiano che si rispetti. In questo caso la base di carboidrati con una tendenza dolce è tratto comune a ogni ricetta, ma le caratteristiche su cui fondare la scelta della birra saranno dettate dal condimento o dal sugo. Teniamo inoltre ben presente che quando viene utilizzato il pomodoro bisogna considerare come la sua acidità sarà sempre un elemento di cui tenere conto, preferendo birre non troppo amare. Si può tentare con delle morbide, maltate e poco alcoliche Ales anglosassoni, tipo Mild o Bitter. Il consiglio è quello di salire di gradazione e importanza se, insieme al pomodoro, finisce ad esempio la carne: per un ragù saporito e grasso, si può optare magari per delle Scotch Ale. Per minestre di legumi in bianco, cerchiamo qualcosa di più amaro, partendo delle Ipa inglesi classiche, per aumentare, ce ne fosse bisogno, di intensità e gradazione, con qualche Apa d’oltreoceano.
E veniamo ai secondi. Per quanto riguarda il capitolo carni: se bianche, pollo, tacchino o anche vitello, una rinfrescante, amarognola e beverina Saison belga sarà un degno complemento. Una bella bistecca grigliata di manzo dovrà essere accompagnata da qualcosa di più alcolico e beverino, rimanendo in Belgio e scegliendo una Tripel andiamo sul sicuro. Per la cacciagione, magari con una lunga cottura, proviamo una Flanders Red Ale che, con la sua acidità e il corpo vinoso, ripulirà completamente la grassezza e si integrerà magnificamente con le note selvatiche del piatto. Parlando di pesce abbiamo, su cui spaziare, un fronte veramente ampio di tipologie e cotture differenti. Restiamo fedeli al metodo della contrapposizione, scegliendo, per pesci grassi, birre di fresca e conclamata acidità: per i più coraggiosi, magari fermentazioni spontanee belghe, quali Lambic o Gueuze. Per un pescato più delicato e leggero, scegliamo una Pils ceca, tedesca o, perché no, italiana, puntando su un grado di amaro leggero e su una bella freschezza che rinnovi il piacere senza coprire la portata. Infine crostacei, molluschi e addirittura i modaioli crudi di pesce anche alla giapponese, proviamoli con una dorata American Wheat, oppure con una Dry Stout, tostata, di corpo snello e di facilissima bevuta, soprattutto se vi trovate davanti un piatto di ostriche fresche.
Infine i dessert, unica portata di fronte alla quale si consiglia di prescindere categoricamente dalla regola del contrasto. Qui la morbidezza e l’alcol dovranno seguire di pari passo la dolcezza del piatto. Scateniamoci dunque con i Barley Wine per ricette con crema o con marmellata; e andiamo su scure, morbide e molto alcoliche Belgian Dark Strong Ale per cioccolato e dolci al cacao.
E si potrebbe continuare all’infinito, perché troveremo sempre la giusta freccia, pescando dalla faretra birraria, per fare centro con un abbinamento straordinario. Il consiglio è quello di rimanere fedeli al metodo, conoscere gli stili, assaggiando spesso birre diverse, e lanciarsi in esperimenti sul campo alla ricerca del matrimonio perfetto. Esposta la teoria, passiamo adesso alla pratica: con una rassegna sulle principali categorie di preparazioni gastronomiche e (contemporaneamente) sulle birre da proporre in abbinamento. La nostra carrellata scorrerà in sequenza le tematiche dei salumi, dei formaggi, delle carni, del pesce e dei dessert.