SabMiller si beve la Foster's per 10 miliardi di dollari
Tanto tuonò che piovve. Alla fine, dopo vari aggiustamenti di tiro e rimodulazione più o meno calibrate delle cifre, la SABMiller, il secondo gruppo birrario al mondo dopo ABInBev, ce l’ha fatta, dopo lunga contrattazione, ad acquisire la Foster’s, birra leader del mercato birrario australiano.
Tutto era cominciato a giugno con un’offerta, rifiutata dagli australiani, pari a 9,5 miliardi di dollari australiani. Il nuovo “attacco” era partito lo scorso 18 agosto, quando la SABMiller aveva lanciato un’OPA ostile, senza modificare l’offerta di giugno, che era di 4,9 dollari per azione. Anche questa mossa non aveva sortito gli effetti sperati, visto che il CDA della Foster’s aveva ritenuto, per la seconda volta, che l’offerta non fosse adeguata al valore reale della società. Così gli australiani l’hanno avuta vinta, visto che la nuova, definitiva offerta (quella accettata dal CDA della Foster’s stessa) è partita da 5,10 dollari australiani per azione, più altri “spiccioli” e altri marchingegni finanziari. Il tutto per arrivare al risultato finale: la Foster’s è passata di mano per la somma di 11,5 miliardi di dollari australiani (compreso il debito che il gruppo australiano aveva nei confronti di fornitori e banche).
La birra australiana per eccellenza si va quindi ad aggiungere al quasi sterminato portfolio della SABMiller, che comprende Pilsner Urquell, Peroni Nastro Azzurro, Miller, Grolsch e altri 200 brands, che permettono al secondo gruppo birrario al mondo di essere commercialmente presente in tutti e sei i continenti. Con 218 milioni di hl. prodotti, ricavi complessivi pari a 28.311 milioni di dollari USA, il gruppo anglo-sudafricano punta, con gli aggiustamenti produttivi e commerciali del caso, a generare utili già dal prossimo anno con il marchio Foster’s, che al giugno di quest’anno dichiarava ricavi netti per 2.275 milioni di dollari australiani.