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Novità in casa Guinness: arriva la Golden Ale

Prosegue l’opera di rinnovamento della propria gamma di etichette (e con essa della stessa immagine complessiva del marchio, in ottica vintage-artigianale) avviata dal gruppo Guinness. Dopo le due referenze, qualificate come storiche, che hanno debuttato nell’autunno scorso – la Dublin Porter (3,8%) e la West Indies Porter (6%), dichiarate risalenti a ricette rispettivamente del 1796 e del 1801 – il mostro sacro irlandese si tuffa invece in una tendenza decisamente più moderna, lanciando sul mercato una Golden Ale.

Caratteristiche? La carta d’identità dice: prodotta con orzo nazionale dell’isola di smeraldo; secondo una ricetta che fa perno su malti ambrati; inoculando (ovviamente) il  lievito di proprietà del brand dublinese; e aromatizzando il tutto con luppolo sloveno Celeia. Quanto ai risultati, sembrano aver soddisfatto le aspettative, quantomeno quelle dei propri creatori. Peter Simpson, brewer e progettista della new entry, la descrive così: lievi note di biscotto, un amaricante secco e rinfrescante, un delicato aroma apportato, appunto dal Celeia. I cui coni – ottenuti incrociando lo Styrian Golding a un ibrido fra Aurora (Super Styrian) e una varietà selvatica del Paese slavo – conferiscono sentori delicatamente floreale e agrumati, con percezioni di arancia e limone. Tenore alcolico della neonata Guinness Golden Ale, 4.5 gradi.

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