Return of the Empire del birrificio Moor
Le virtù di uno dei luppoli inglesi di nuova generazione, il Jester, si condensano in questa etichetta monovarietale, firmata dal marchio Moor con la consueta sensibilità di tocco. La Return of the Empire si presenta con un nome che contiene un’evidente allusione all’orgoglio imperiale britannico, sventolato in faccia all’attuale dominio degli american & pacific hops, un’egemonia che i laboratori agronomici britannici stanno cercando di spezzare selezionando varietà nazionali in grado di sostituirsi a quelle nuovomondiste. Ovviamente (dato che i gusti del pubblico sono sintonizzati sul quelle lunghezze d’onda), l’obiettivo viene raggiunto combattendo i vari Cascade, Simoce, Galaxy, Motueka e compagnia, con le loro stesse armi organolettiche: agrumi, frutta esotica, resine. La strategia, detto per inciso, non fa elettrizzare (tutt’altro) i sostenitori dello way of brewing tradizionale; ma tant’è questo è quel che le cronache consegnano.
Concentrandoci sulla Return (una Ipa ambrata da 5.7 gradi, sorta di seconda edizione del primo one hop test consacrato al Jester, un prodotto uscito due anni fa e battezzato The Empire strikes back), si tratta di una birra solida e pulsante, dotata di spessore e vibrazioni più alate, nella quale è la componente fruttata (mango, papaia, passiflora) a dominare la scena, con le note pinose e le zeste (pompelmo rosa e arancia amara) a far da comprimarie. Più polposa e rotonda della media stilistica anche la bocca, che pure senza densità eccessivamente caramellate, regala sensazioni carnose e succose, chiudendo i suoi argomenti con un taglio amaricante decisamente soft. Sempre all’altezza, l’estro del birraio Justin Hawke!
Return of the Empire del birrificio Moor
Fermentazione: Alta
Stile: American Ipa
Colore: Ambrato
Gradi Alcolici: 5.7% vol.
Bicchiere: Pinta Americana
Servizio: 8-10°C