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Mathilda Soleil: nuova Weizenbock della linea Schneider Tap X

Mathilda SoleilGli appassionati delle alte fermentazioni di frumento “alla tedesca” troveranno quel che si dice pane (liquido) per i loro denti. Dal laboratorio della Weissbierbrauerei Schneider & Sohn, più semplicemente Schneider (a Kelheim, in Baviera), ecco la Mathilda Soleil, la nuova edizione della Tap X, l’etichetta “millesimata” della casa: quella che ogni anno cambia ricetta, dando modo alla fantasia del braumeister Hans-Peter Drexler di avere briglia sciolta per esplorare le strade del gusto che più lo attraggono.

E così, dopo le versioni firmate nel recente passato – la Mein Nelson Sauvin (prima Weizen con l’omonimo luppolo neozelandese), la Meine Sommer Weisse (crossover con gli stili belgi), la Meine Porter Weisse (contaminazione con le scure anglosassoni) e la Mein Aventinus Barrique (blend di Aventinus e Aventinus Eisbock, invecchiato in rovere) – il 2015 fa scoccare l’ora appunto della Mathilda Soleil, una weizenbock dedicata al pionierismo di colei che è considerata la madre della tipologia: Mathilde Schneider, assurta a capo del birrificio di famiglia e “mente” dell’operazione che, nel 1907, lo vide presentare la prima Weizenbock.

Preparata con l’impiego di una nuova varietà di luppolo appositamente individuata e coltivata (massimo, per ora, è il riserbo sull’identità dei coni), l’etichetta debuttante si qualifica per la freschezza e la capacità rinfrescante, a dispetto dei non pochi (7) gradi alcolici. Di colore dorato, sormontato da schiuma ovviamente importante, la birra presenta profumi che le cronache dei primi assaggi riportano come incentrati attorno a temi di frutta matura (mele, pere, cotogne) e di tostature dolci (nocciola, biscotto); mentre il sorseggio si attiene al rodato canovaccio concluso da un filale dry, solo leggermente amaro.