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Collettivo Birra, nasce il birrificio diffuso

bad attitudeFin dalla sua nascita Bad Attitude ci ha abituati a progetti innovativi – su tutti proporre la birra artigianale in lattina – supportati da una solida base filosofica (giusto per ribadire il concetto potete leggere qui) che poggia su di uno sdoganamento della birra artigianale, una sua diffusione ampia in una veste pratica e ad un giusto prezzo. Con occhio alla formazione del consumatore, vedi l’attenzione alla comunicazione e le tante battaglie portate avanti da Lorenzo Bottoni. Oltre ovviamente alla voglia di proporre birre particolari con storie sempre uniche.

Il nuovo progetto messo in cantiere dall’equipe ticinese realizza un ulteriore, emblematico e interessante passo avanti nel suo percorso, ambizioso sin dal manifesto programmatico in cui Lorenzo “Marcos” Bottoni afferma che la “birra di artigiano è un patrimonio condiviso tra appassionati e produttori”. Con il progetto Collettivo Birra si vuole sperimentare il concetto di “birrificio diffuso” sull’esempio delle esperienze nate sul web, in cui spesso si realizza il  cosiddetto “sapere diffuso”: una comunità di utenti, in cui si trovano alcuni esperti, condivide il suo sapere al fine di creare qualcosa di unico che finisce per essere più grande della somma dei singoli. Il solo circolare delle informazioni all’interno della comunità finisce per creare un valore aggiunto di per sé, al di là dell’esito materiale del progetto. La similitudine appare assolutamente calzante in quanto quello che verrà realizzato non sarà solo una sorta di “azionariato popolare” con possibilità di comprare le quote del progetto, ma una vera e propria azione condivisa in cui i partecipanti potranno intervenire in ogni fase della realizzazione del prodotto, potendo avvalersi dei consiglie dell’esperienza dello staff del birrificio. L’importanza del progetto non risiede dunque nella sola operazione materiale, ma riveste un’opportunità per capire cosa e in che maniera contribuisce a formare il prodotto birra così come si presenta sul mercato, dai costi materiali ai problemi di progettazione del layout grafico o del reperimento delle materie prime. Un progetto open source che mira sia a creare una prodotto di qualità, sia a favorire maggiore conoscenza e consapevolezza da parte del pubblico finale. Al tempo stesso lo staff di Bad Attitude potrà ricavare numerose indicazioni su ciò che il consumatore vuole e ritiene importante.

logo-collettivo-birra

Pare superfluo aggiungere che tutti avranno il massimo interesse nel realizzare il miglior prodotto possibile, in quanto non si tratta di un mero esercizio di stile, ma di qualcosa che verrà fatto per essere commercializzato. La ricetta di base è quella vincitrice del concorso per homebrewers “Revolutionary Beer Challenge” indetto lo scorso 5 dicembre dall’associazione bolognese Brewlab  nei locali de L’Ortica a Bologna, ovviamente in collaborazione con Bad Attitude: si tratta di una APA realizzata da Fabrizio Maregalli e Luca Polvara che prenderà il nome di 101ers. A parte questo tutto resta da decidere, dipendendo da come agiranno i partecipanti. Per aderire sarà necessario acquistare delle quote (rappresentative del progetto, come se fosse “un birrificio che vende un prodotto solo”), che daranno la possibilità di interfacciarsi  come detto con i responsabili dei vari settori di Bad Attitude o con i mastri birrai Maregalli e Polvara – tramite skype, mail o quant’altro – e intervenire nelle varie fasi di lavorazione, marketing compreso. La birra verrà poi commercializzata in parte nel locale di Mendrisio (La Birraria), in parte in altri luoghi che si renderanno disponibili,  con un’ulteriore quota che sarà venduta ad offerta libera in giugno in occasione della festa del birrificio a Stabio. Tutto lo svolgimento del processo di realizzazione della 101ers sarà via via documentato sul sito del progetto

Un altro punto che rende ancor più lodevole l’iniziativa: tutti i ricavati, al netto delle spese, saranno devoluti ad un ente benefico (ancora da individuare). Non resta dunque che aspettare i risultati di un progetto interessante e innovativo, che potrà senza dubbio mettere in circolo tante preziose informazioni su cosa voglia dire essere un artigiano birraio di questi tempi.