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Birra e bicchieri: il Weizenbecker

La storia del Weizenbecker sembrerebbe collegarsi a quella del Tulip Lager Glass, appartenendo allo stesso ceppo evolutivo, ma rappresentandone una linea di sviluppo evidentemente diversa. Una foggia che si delinea già nel corso dell’ultimo quarto del XIX secolo, quando si producevano versioni antesignane del modello oggi conosciuto, alcune delle quali caratterizzate da una superficie esterna cosparsa di bottoni dalla punta pronunciata per facilitare la presa.

weizenglass

Il suo robusto ma longilineo profilo a colonna svasata, provvisto di un piede snello e di un fusto rastremato in basso, per farsi invece via via più panciuto, man mano che si sale, fino a dar luogo a una decisa dilatazione, consente – proprio grazie alla sua considerevole apertura sommitale (sebbene spesso terminante in un leggero restringimento in corrispondenza dell’imboccatura) – di avere a disposizione una buona superficie di contatto con l’aria, attraverso la quale agevolare la diffusione di quei ricchi profumi fruttato-speziati che sono patrimonio inconfondibile delle birre di frumento tedesche.

footed beakerAltro tratto caratterizzante del Weizenglas è la taglia: progettato per accogliere interamente il contenuto liquido di una bottiglia da mezzo litro, con in più la sua voluminosa schiuma (essa stessa figlia del grano utilizzato in ricetta), questo bicchiere ha misure, in termini di capacità, oscillanti grossomodo tra i 62 e i 69 centilitri.

Quanto alle origini remote di quello che gli inglesi chiamano Weissbier Vase, oltre alla sostanziale certezza che i suoi natali debbano collocarsi in ambiente tedesco, si suppone che il suo più antico ascendente chiaramente identificabile come tale sia il tardomedievale footed-beaker, il bicchiere a colonna con piede (senza stelo) designato anche come Waldglas o forest glass, in virtù del fatto che le manifatture produttrici erano situate appunto nel bosco che assicurava loro il combustibile per alimentare la lavorazione.

Aventinus glassOggi, del prevalente disegno-base esistono numerose varianti. Antologica è quella rappresentata dal bicchiere della Schneider Aventinus, la cui dilatatazione sommitale, fortemente accentuale, lo rende in qualche modo somigliante a una coppa sportiva. Ma assai suggestive sono anche le interpretazioni che cercano in modo lampante di evocare la sagoma di un corno, andando quindi a stuzzicare tutta una serie di allusioni all’iconografia celtica e, ancor più, nordica: quella che vuole la birra sorseggiata in un corno, opportunamente scavato al proprio interno.

Per gli appassionati del genere, una tappa obbligata è a Norimberga: la storica città bavarese ospita infatti uno specifico Museo del Weizenglas, costituito da una vasta collezione e dotato anche di una sezione dedicata alle affiches pubblicitarie